Isola antica già cantata da Omero, è per alcuni eco di scuola attraverso l’elegie del Foscolo. Se egli era famoso per cantare i sepolcri e la morte, io ho scelto la vita, vibrante di mare e d’estate, in un anno che ha visto tanti sepolcri e tante morti, di persone e di pensieri. Il viaggio a Zante nel 2020 è stata una benedizione che mi sono voluto concedere e che sono sicuro mi regalerò ancora, magari portando con me altri compagni e compagne, esploratori del mondo e di se stessi. Queste mie parole hanno solo la pretesa di raccontare un’esperienza che mi ha dato molto, che ha confermato il mio amore per la Grecia, il suo mare e il suo stile di vita. Esiste una Zante non turistica, che si apre laddove ci affidiamo alla bellezza e alla meraviglia che permea il mondo, soprattutto quando è bagnato da un mare così profondo.
Zante non turistica. Vagare liberi tra mare, terra e cielo
Se non mi affidassi al caso non mi perderei e quindi non potrei trovarmi.
Magari in un sentiero sassoso dove cantano le cicale, e il sole del mediterraneo picchia forte. Ma che importa se poi arrivi a vedere il vasto mare, blu che non ha confini ma solo correnti e onde, un infinito che ti parla.
“Non ti sei perso, la tua strada è più grande, oh si, molto più grande di quella che pensi, che sai o che dici. Guarda il mare, lasciati abbracciare.”
Non resta che ringraziare il vento che asciuga il sudore, il vento che secondo antiche saggezze è spirito che soffia.
Zante è il brullo del Mediterraneo, ma mai eccessivo perché l’isola è bagnata da piogge invernali che la rendono più verde di quanto uno si possa aspettare, è il caldo secco che può raggiungere alte temperature ma senza opprimere, come chi conosce l’afa della pianura padana o delle grandi città. Zante è una sensazione, che mi ha afferrato subito e che riporto, così come mi è arrivata. Questo non è un classico articolo ma un diario di viaggio, una lunga poesia che fa l’amore con il mare.
La sottile e istantanea linea blu che compare nell’onda quando tocca la spiaggia di sassi così delicati da regalarti un massaggio ai piedi. Le stradine con le capre e l’immondizia libere, un albero di bouganville tra i muri a secco e le casette che non ostentano nulla. La macchina lenta, perché dove devi correre.
Le scritte in greco e i distributori di benzina, mentre sopra le montagne brulle che sanno d’Italia del sud e di vecchie storie di eroi, pirati e filosofi (o forse tutti assieme). Ringraziare il desiderio del viaggio, che a me pare sempre un ritorno, soprattutto in questi luoghi che sanno di casa, antica, ancestrale. Dove la poesia viene sussurrata dal vento caldo tra gli ulivi e dalle onde del mare, scritte in quella sottile ed evanescente linea blu, che però si ripete all’infinito, per sempre.
Se avevo dei dubbi il mare se li è presi, ha fatto del mio pensare a vuoto un relitto che può affondare e divenire casa per i pesci. In superficie galleggia il mio corpo e batte il mio cuore illuminati dal sole mediterraneo mentre il silenzio si fa concreto, pesante e leggero come acqua blu di mare, come rocce a picco, da cui spuntano piante coriacee come dovrebbero essere i sogni.
Se avevo dubbi su dove andare, cosa fare, come vivere, la notte dei pensieri scuri ha lasciato spazio e tempo e poesia al mattino in un’isola antica dove l’anima può suonare e cantare la sua vera musica.
Xigia è la prima baia che ho contemplato e dove mi sono bagnato. Era il mio desiderio, arrivare in aeroporto, recuperare la macchina presa a noleggio e arrivare in un luogo simile, per bermi un caffè e lasciare le tensioni del viaggio, le tossine del periodo precedente, alla cura salata del mare. La consiglio? Come vedrai c’è di meglio ma come primo incontro con Zante non mi posso lamentare, in più lo zolfo che si mescola alle sue acque ha sicuramente un effetto benefico, che si somma alla bellezza del luogo.
In generale, la costa dove si trova la capitale dell’isola, che da sul Peloponneso, è la più turistica e frequentata, dove ci sono pullman, taxi e ogni genere di veicoli, dove le spiagge sono sabbiose e comode. Non raggiunge densità comparabili a quelle della riviera nord adriatica, ma dopo che incontrerai la costa selvaggia, che si affaccia su Cefalonia o sul mare Ionio aperto, ti convincerai che Zante ha un’anima più nascosta e libera, e non la lascerai facilmente.
Volimes, un paesino perso nel nulla e immerso nel tutto
Volimes è un paesino che per i più, in vacanza a Zante, è solo una tappa per la famosissima spiaggia di Navagio o del relitto. Già che ci sono spenderò alcune parole per questa insenatura. Il colore dell’acqua, blu intenso, la falesia bianca che si immerge in esso, più il relitto arrugginito di una grande barca, la rendono uno scenario ideale, fin troppo perfetto. Non ero convinto prima ma ho voluto andarci, prendendo una barca in partenza dal porto di Agios Nikolaos nell’altra costa.
Ero andato lì in cerca di un bancomat e delle Blue Caves, poi ho deciso di partire con una piccola barca che oltre alle famose grotte blu portava anche a Navagio. La baia è quanto di più bello abbia visto in vita mia lo ammetto, ma a volte la bellezza estetica non va a braccetto con quella più intima. Per me c’era troppa gente intenta a fare o farsi foto, troppo rumore di persone e di barche che arrivano fino alla spiaggia inquinando le acque blu. Al di là dei dati oggettivi, la sensazione che mi dava il luogo non mi ha entusiasmato. Pur potendo infatti fermarmi altre due ore e ripartire con un’altra barca, ho deciso di andarmene via presto.
Ho apprezzato comunque la gita in barca, ammirare la costa rocciosa, le acque luminose, il profilo di Cefalonia appena al di là del mare, sono sguardi e prospettive che solo navigando puoi avere. Anche le Grotte Blu meritano un passaggio ed un’immersione, uno spettacolo di bianco e tonalità di azzurro che si depositano sulla pelle più del sale del mare ed entrano in profondità, lasciando il desiderio di un infinito ritorno.
Sbarcato al porto di mare ho deciso di tornare a quello di terra, Volimes, paesino fermo nel tempo e nello spazio, oasi appena intaccata dal viaggiare compulsivo dei nostri tempo, base per esplorare la Zante non turistica, selvaggia, libera.
La baia più bella, nella Zante non turistica
Lasciar andare sussurrano le onde in una delle insenature più commoventi mi sia dato l’onore di vedere, e in cui bagnarmi. Luoghi che sembrano fatti apposta da qualche Dio per celebrare la vita, dove le pietre rosse, l’acqua turchese, gli alberi abbarbicati e l’orizzonte di altri lidi, ancora da scoprire, sono un concerto che canta incessante le sue lodi.
E non c’entrano quegli dei che sanno di umano, di potere e miseria, ma sono quelli più antichi, o più nuovi, che invitano ad un altro banchetto, dove il cibo e le bevande non vengono consumate, ma trasformate, sublimate, in una nuova eucarestia che è solo pace e bellezza. Solo pace e bellezza.
Questa baia è come un segreto, un’amante da non svelare subito, un desiderio a cui sono tornato tutti i pomeriggi in cui ho dimorato a Volimes. Te ne parlerò, non temere.
Mi accorgo ora infatti che le parole si prolungano come una pausa in una taverna frequenta solo da locali, dove ti siedi per un caffè e uno snack, magari un dolce greco e intanto ti rapisce la loro lingua, lo sguardo sulle colline coperte di pini verdi o macchiate di ulive secolari. Non vorresti più andare via, perché la vacanza ma soprattutto il viaggio è questo, annullare il tempo, l’illusione della fretta e dei doveri che non ci fanno apprezzare la bellezza del presente.
Quindi, tornerò con un altro articolo, per non allungare la tua vista su uno schermo, per concentrarmi su altri dettagli, altre spiagge, altre meraviglie. Zante è piccola, ma può essere enorme se la vuoi scoprire davvero.
Informazioni utili
Per muoversi a Zante io ho affittato una macchina di piccole dimensioni e abbastanza sacrificabile. Inutile avere auto fighe qui, vista la condizione generale delle strade, dei parcheggi e soprattutto delle vie che portano verso le baie più belle e selvagge. In rete ho trovato questo servizio, molto economico e preciso. Ho letto anche recensioni negative ma per quello che è servito a me – ho comunque percorso 500 km in una settimana – è andato tutto bene.
Prima di partire sono sincero ho cercato poco. In rete si trovano molte guide, blog e siti che parlano di Zante. Io ho voluto affidarmi al cosiddetto caso, che casuale non è mai, alle intuizioni, ai consigli locali, alla pura e semplice curiosità. Aprivo Google Maps e mi avviavo, senza mai essere deluso della destinazione. Ho trovato comunque informazioni utili in questo gruppo Facebook. Un po’ ridondante delle volte, ma a volte interessante per capire come muoversi.
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