Zante, isola lontana, eppure così vicina (appena un’ora di volo dalla sua antica signora, Venezia), isola antica, culla di Afrodite dea della Bellezza, isola moderna, piena di turisti che si muovono spesso inconsapevoli tra locali e bazar globalizzati. Eppure, nel suo interno, nelle sue insenature più nascoste, sa conservare e donare la magia del blu, dell’essenze di piante selvatiche, di un monastero isolato, da cui contemplare l’infinito del mare. In questo articolo, dopo il primo dedicato a quest’isola, riprendo il filo del discorso e ti riporto nella Zante non turistica.
Oltre il turismo di massa, la Zante più selvaggia
Quanto è abbagliante il blu del mare in un’isola antica del Mediterraneo? Quanto è abbagliante la luce che si propaga nel verde che scende a toccare le acque? Quanto è grande l’orizzonte di cui scorgo tracce, rocce a picco sullo stesso mare, su di un’altra costa?
Forse non c’è risposta, a meno che non ti voglia tuffare dentro, tra le emozioni, i pensieri e in un fondale che sa di spuma di mare, chiedere ad una vecchia signora.
Forse il tesoro sei tu ma il suo bagliore può accecare l’incauto navigante.
Bisogna allenarsi, attraverso la bellezza delle forme del mondo, riscoprire la propria e portarla a galla, farle fare tuffi come delfini, e poi via, verso un’isola, che in fondo tocca lo stesso mare di tutti.
Man mano che procedo nei ricordi, nella selezione delle foto, nella scrittura, mi accorgo che è difficile raccontare qualcosa, senza perdersi, senza riempire di parole questo diario di viaggio mediterraneo.
Riprendo allora da Volimes, piccolo paese sgarruppato, sdraiato su monti e colline dell’interno di Zante, dove improvvisi scorci tra le case permettono di vedere lo Ionio, il mare aperto che si perde nell’orizzonte, base assolutamente consigliata se vuoi scoprire quest’isola evitando il turismo massificato della zona meridionale, della famosa Laganas.
Affittando una macchina o uno scooter potrà essere un punto nevralgico per spingerti all’interno dell’isola o per visitare la costa, con le sue baie e insenature rocciose, meno frequentate delle spiagge più attrezzate della costa opposta, che guarda al Peloponneso.
In una taverna di Volimes, dov’ero andato a dissetarmi il giorno del mio arrivo a Zante, ho incontrato una simpatica coppia di italiani, tra l’altro amanti della mia regione, il Friuli, che mi hanno consigliato quella che poi ho ribattezzato la “baia mistica”, un’insenatura di pura pace e dalle mille tonalità di blu, dove passavo i pomeriggi nella pienezza del nulla, in questa apparente contraddizione, nella pura contemplazione di questa quieta bellezza.
Il suo nome? Non lo dirò qui, per non renderla preda di voraci consumatori di angoli paradisiaci. Sappi che è vicina a Volimes, ma richiede il coraggio di una guida senza paura lungo strade incerte, a strapiombo sul mare.
Una torre e un monastero, la pace della mente e del cuore
Cadi, precipita nella Bellezza. L’Olimpo è una dimensione della mente
Françoise Pennacchioli
Zante, cose da fare e non fare. Il non fare soprattutto, il non aver programmi o preoccupazioni per vedere questo e quello, è una buona chiave per aprire i tesori di questa piccola ma grande isola.
Lasciarsi andare allora all’imprevisto, alla strada a caso, alla sosta in una taverna per un succo e magari incontrare una direzione, o vagare per trovarsi in un monastero dove un monaco ha studiato mosaico a pochi chilometri da casa tua ed una croce si staglia di fronte al mare blu, vasto e infinito. Io l’ho vissuta così e i regali sono stati meglio di ogni souvenir.
E se tutti cercano il luogo panoramico da cui osservare il mare durante il giorno, o al tramonto, tu cerca la tua strada, evita la massa. Sicuramente ti porterà in posti bellissimi, ma cosa farsene della bellezza quando è piena di rumore e di gente distratta? In luoghi come Zante, e a ben guardare ovunque, c’è sempre una via di fuga dal mondo, un’oasi dove cadere nella bellezza e accedere all’Olimpo.
Io l’ho trovata nei pressi del monastero di Agios Georgios Kremon, San Giorgio delle Rocce (o dei dirupi), eremo poco frequentato, dove i monaci sono accoglienti e ospitali, dove un breve sentiero solitario diventa luogo di meditazione, di fronte al mare senza fine, dove osservare il sole che dal cielo si tuffa tra le onde, al tramonto.
Oggi,
mi sono perso in strade
senza nome e direzione
se non i campi
arsi e sparsi
di ulivi incoronati.
Oggi,
mi sono perso
per trovare
un’antica torre
che non difende più nulla
se non la bellezza infinita
del mare
che vive nel mio cuore (…)
Altre rocce, altre vecchie storie, una torre veneziana si erge come torre, non più di guardia, ma di contemplazione, spazio non più di guerra, ma di pace, della mente che si acquieta, del cuore che rallenta e si perde nel blu del mare, nella macchia mediterranea, nel sole brillante dell’estate. Sono luoghi da poco per le persone distratte ma per il viandante in cerca di nulla se non di se stesso, desideroso solo di perdersi, per svanire in una dionisiaca unione con il tutto, sono incontri che valgono un viaggio.
Non ti sarà facile raggiungere questa torre. Il navigatore è invenzione di terre nordiche, precise e quadrate. Ne sa poco della terra degli antichi dei, dei poeti e dei filosofi, si fa impreciso e lascia sempre più margini all’intuizione, alle sincronicità, alla magia della terra e del mare. Ma ne varrà la pena, fidati.
Altre baie e luoghi da evitare, secondo me
Ad un certo punto, e a malincuore, ho lasciato Volimes, le sue taverne frequentate da abitanti del luogo, oasi di ozio, ouzo e prezzi economici, la sua baia mistica e i monasteri remoti, così lontani dal turismo chiassoso. Sono andato verso est, nella costa più frequentata, perché è giusto conoscere gli opposti, anche per rendere meno traumatico il rientro in Italia, dopo tanto paradiso.
Prima di andare a Tsilivi, poco lontano dalla capitale dell’isola, Zacinto, sono sceso sempre nella costa selvaggia e ho trovato la spiaggia rocciosa di Porto Roxa, una piccola baia con taverne e lettini a prezzi incredibili, che in Italia, soprattutto nella costa adriatica del nord, non possiamo nemmeno immaginare. Qui mi sono lasciato cullare dal turchese del mare e da una musica soave, rilassante, mentre salutavo lo Ionio, le sue barche, le rocce a picco, gli arbusti temerari e selvaggi.
Infine, sono andato a Tsilivi, non prima di aver percorso le solite strade aspre e scoscese, tra ulivi secolari e piccoli villaggi addormentati nel caldo estivo del pomeriggio. Sono arrivato sull’altra costa e il primo impatto non mi ha entusiasmato. Certo, anche lì il mare è cristallino, trasparente e chiaro, ma senza la poesia selvatica della zona vicina a Volimes. La costa poi, è un sussegguirsi di hotel e locali, frequentati in prevalenza da inglesi.
Se voglio salvare qualcosa di questa zona, è la vista magnifica che si può godere da Bochali, piccolo borgo arroccato attorno al castello veneziano, che si affaccia sul porto di Zacinto, dove una notte ho potuto vedere la luna piena che dal mare saliva nel cielo, sovrastando le luci della città.
Per chi è abituato ad altri lidi, magari quello dell’Adriatico italiano del nord, anche questa zona è ricca di fascino e basta poco anche qui per trovare una baia di scogli, dove immergersi nel mare blu. Per il poco tempo e sicuramente perché ormai affascinato da altro, ho evitato la zona di Laganas, che mi dicono sia frequentata più da giovani e adolescenti, inglesi ma non solo, territorio di locali e discoteche, templi di un altro dionisismo, che a me non interessa.
Però anche qui, le sorprese non mancano, come mi ha raccontato la simpatica coppia di italiani che mi ha consigliato la mia baia del cuore a Volimes. Una notte, da soli in spiaggia, sono riusciti a vedere una tartaruga che salendo faticosamente dal mare veniva a deporre le uova, un evento insolito in agosto ma sicuramente uno di quei regali che solo la Natura può offrire.
Le parole e le immagini potrebbero divagare ancora a lungo, perché Zante è stato il mio Olimpo, la mia oasi di pace, poesia e bellezza, e non basterebbe nemmeno questo articolo per concludere, ma in ogni racconto bisogna lasciar spazio al non detto, al silenzio, alle scoperte che tu potrai fare, quando giungerai in questo angolo di Grecia.
Ti voglio lasciare con una poesia, una preghiera, sgorgata improvvisa mentre contemplavo il mare di Zante.
La preghiera del mare
Nei tempi turbolenti
bisognerebbe fare come i marinai,
ascoltare le onde, il vento, le nuvole
ed intonare un canto.
Mare,
il tuo nome
è così simile alla Madre,
che nutre e accoglie i suoi figli,
anche quando sono smarriti
nelle tempeste della vita.
Mare
che abbracci la terra,
che permetti agli umani
e alle loro mani
di giungere ovunque,
accogli i nostri dolori,
i pensieri oscuri
come i tuoi abissi,
accogli le suppliche
che guardano alla luna
che si riflette sulle tue acque.
Mare,
tu che non hai confini,
liberaci
dalle nostre barriere
dalle mura che solleviamo
per paura di noi stessi.
Liberaci dai mostri
che s’agitano nei nostri fondali,
e permettici di trovare
i tesori affondati,
di portarli alla luce
per condividerli
con i nostri fratelli
e le nostre sorelle.
Mare,
aprici all’amore,
alla luce del sole,
dacci la forza delle maree
e dei sogni
che brillano in te.
Mare,
aiutaci a riflettere
la luce della luna,
a farne gioiello
per i nostri cari.
Mare,
permetti che il nostro viaggio
sia sempre guidato
dalle stelle lontane.
Fari di luce nelle notti della vita.
Mare,
riempici di gratitudine e rispetto,
per il mistero che soffia nel mondo,
come il vento soffia sulla tua pelle.
Mare,
fai che le nostre parole
e azioni,
siano lievi e non affondino mai,
come barche di saggezza,
dirette verso casa.
Informazioni utili
Per muoversi a Zante io ho affittato una macchina di piccole dimensioni e abbastanza sacrificabile. Inutile avere auto fighe qui, vista la condizione generale delle strade, dei parcheggi e soprattutto delle vie che portano verso le baie più belle e selvagge. In rete ho trovato questo servizio, molto economico e preciso. Ho letto anche recensioni negative ma per quello che è servito a me – ho comunque percorso 500 km in una settimana – è andato tutto bene.
Prima di partire sono sincero ho cercato poco. In rete si trovano molte guide, blog e siti che parlano di Zante. Io ho voluto affidarmi al cosiddetto caso, che casuale non è mai, alle intuizioni, ai consigli locali, alla pura e semplice curiosità. Aprivo Google Maps e mi avviavo, senza mai essere deluso della destinazione. Ho trovato comunque informazioni utili in questo gruppo Facebook. Un po’ ridondante delle volte, ma a volte interessante per capire come muoversi.
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