Viaggiare è un verbo che tende all’infinito
L’avevo scritto anni fa, quando pubblicai un piccolo ebook gratuito sul viaggiare con consapevolezza. Ora queste parole si illuminano di un nuovo significato. È incredibile come tutto possa cambiare nello spazio di qualche giorno, di come il normale diventi eccezionale e di come i semplici gesti assumano valori nuovi, a volte immensi.
Stavo leggendo una newsletter di un tour operator innovativo, sfogliando viaggi a piedi, cammini personali e collettivi che si snodano in Italia, mentre tutto il mondo resta a casa, in quarantena. Ed ho capito, che quello che prima era comune, semplice, possibile, ora diventa un miraggio, un sogno, a cui tendere per sostenere un presente fuori dall’ordinario. Se tutto si ferma, l’unico viaggio diventa quello interiore, intimo, laddove nessun virus o quarantena può mai davvero infettarci.
Allora viaggiare diventa davvero un verbo, ma anche un gesto di resistenza, che tende all’infinito. Nulla può davvero fermarci, nulla può spegnere il desiderio dentro di noi, di conoscere, di stupirsi, di aprirsi alla vita.
Non so quando, non so come, ma tutto questo finirà e allora quel modo frettoloso e ansioso di muoversi nello spazio, di sfuggire per andare mille miglia lontani da noi stessi, per molti cambierà. Sono un sognatore ma anche realista e so che molti ancora scapperanno, approfittando di sconti e ribassi, di crisi e crolli del turismo, ma per gli altri, come me e come te, questa marea, ci lascerà bagnati di sale e nuove consapevolezze.
Quello scorcio di cielo blu, quasi senza aerei, quel pezzo di montagne che ora puoi solo sognare, quelle foto di vacanze e di viaggi che puoi solo ricordare, sono desideri che oggi si nutrono di restrizioni, di divieti e responsabilità, ma anche di quel fuoco che forse volevamo spegnere per il timore che bruciasse le nostre vite tranquille e sicure.
Ora che la morte se ne va per il mondo, senza sapere nulla di confini e passaporti, ora che l’economia rallenta, che i dogmi della crescita, del lavoro sottocosto, ad ogni costo vacillano, ora che la vita arriva dentro le case in cui siamo fermi urlando per farsi finalmente riconoscere, ora, viaggiare è molto più che distrarsi, molto più che un posto carino dove sfuggire alla noia di tutto l’anno.
Ora viaggiare ritorna ad essere bisogno, per ricercare quella cosa dimenticata tra mille cassetti chiusi e abbandonati, tra mille impegni e notifiche, quell’essenza che è oro incorruttibile e impossibile da infettare, dal virus più grande, quello della paura.
No, non ti dirò di partire subito, di prenotare la tua noia, di sfuggire lo scampato pericolo, per ridare energia alla giostra impazzita del turismo senz’anima. Ti dico solo di ascoltare il silenzio di questi giorni, di ammirare i fiori che spuntano in ogni dove, di coccolare quell’umanità risvegliata da questo momento.
Facciamone tesoro quando ci ritroveremo assieme, più vicini di un metro e delle nostre paure di prima, nei piccoli paesi, nei sentieri di montagna, nei progetti che meriteranno il nostro sostegno, in tutti luoghi che possono accogliere i pellegrini di una nuova epoca. Lì noi porteremo i nostri ex voto, non per essere sorravvissuti, ma per iniziare a vivere davvero. Quello sarà il nostro miracolo più grande.
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