Lascia decantare le emozioni, come nebbie d’autunno che si adagiano sui colli velati da precoci crepuscoli, lascia che l’eco dei passi scompaia alla fine del sentiero.

In un’epoca incerta non abbiamo bisogno di grandi certezze ma di metterci in cammino senza sapere esattamente dove andare. Quando si ritorna dal viaggio non si è mai uguali ma sempre pronti a ripartire, per ritrovare altri viandanti anomali come noi, per ritrovarci più forti nel nostro proposito di sfidare il già visto e il già fatto, perché siamo animati da un fuoco che brucia ma non consuma.

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Travel Mind nel Mugello, il 27-28 ottobre 2017, è stato un crocevia di sognatori, di creativi della nuova era, non dei “prenditori”, impresari che guardano unicamente al profitto, ma persone che si muovono animate da una passione strana e un po’ assurda per chi li guarda da fuori, sempre con il telefono in mano, sempre attivi di giorno e di notte, con la mente ed il cuore che vanno ad un’altra velocità – si verrebbe da dire contraria – ma è proprio diversa, rispetto alla frenesia della negatività imperante, dell’Italia mal comune e vuoto gaudio.

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Attorno ad un tavolo, in cerca di relazioni. Foto di Kool Photo

Tra le colline del Mugello, in Toscana, a Marchisoro Hub, in un’azienda agricola che è uno studio di comunicazione e che sta diventando un aggregatore di viaggiatori che precorrono i tempi, si sono incontrati tour operator, sindaci, blogger, esperti di marketing, agriturismi, cuochi e passanti che incuriositi han deciso di fermarsi un attimo, per poi rimanere con noi delle ore.

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Una telefonata di mezz’estate tra me e Filippo Giustini, ideatore di questo spazio accogliente e visionario, è diventato un incontro informale, dove non c’era un pubblico ed un “guru” di questa o quest’altra specialità ma solo persone, sedute attorno ad un tavolo che raccontavano di luoghi ordinari dove accadono cose straordinarie.

Abbiamo ascoltato Francesco Biacca parlarci di una Calabria lontana dai pregiudizi dove i borghi spopolati riprendono vita, dove da tre anni viene celebrato l’antico valore dell’ospitalità – qualcosa che va oltre il concetto di turismo dove siamo tutti numeri, target, customer ma difficilmente esseri umani – con un festival che riunisce esperienze ed esperti capaci di sfatare i luoghi comuni. Il Festival dell’Ospitalità è un altro sogno reale di questa Italia nuova, dove per trarre il giusto profitto dalla bellezza del proprio territorio non bisogna distruggerlo, costruendo infrastrutture faraoniche, cementificando chilometri di costa o aspettando finanziamenti pubblici, ma bisogna confrontarsi e farsi ispirare, perché una strada diversa è sempre pronta ad apparire per coloro che ci credono.

Abbiamo ascoltato Silvia Salmeri di Destinazione Umana, un tour operator di cui ho già parlato altre volte, ma che fa sempre piacere incontrare di nuovo. Abbiamo mostrato una video intervista fatta da me e Filippo ad Axl Pizzinini dell’Ufficio Turistico dell’Alta Badia, una valle che non rientra sicuramente nelle piccole destinazioni a cui si rivolge Travel Mind, ma che 50 anni fa ha evitato l’abbandono tipico delle aree montane di tutta Italia credendo in qualcosa che ancora non si vedeva.

Abbiamo ascoltato Daniela Bartolini di Italia che Cambia che attraverso Skype ci ha raccontato di altri visionari, che sempre seduti attorno ad un tavolo, hanno voluto costruire delle visioni, elaborando il racconto di un’Italia possibile e migliore, la visione 2040 sul viaggiare ma non solo, perché tutto è collegato.

Tutti ascoltavamo e parlavamo senza la timidezza, o all’opposto la spavalderia, che caratterizza molti incontri istituzionali o dai grandi numeri dove è difficile avere tempo per confrontarsi in modo orizzontale. Nessuno era più bravo di un altro, nessuno migliore, nessun guru e nessun follower, ma tutti esseri umani che amano la terra che abitano e in cui desiderano creare qualcosa di nuovo, mossi dall’autenticità e dal bisogno di contribuire, ognuno a proprio modo.

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Io, noi. Foto di Kool Photo

I racconti sono proseguiti la sera attorno ad un altro tavolo, quello della locanda L’Antica Porta di Levante a Vicchio, dove lo chef Cristian Borchi ci ha mostrato il Mugello e la Toscana attraverso i sapori semplici e rari di prodotti che stanno scomparendo sotto il peso dell’omologazione e che Slow Food sta invece promuovendo, anche attraverso ristoranti come il suo. A tavola abbiamo mangiato e bevuto, siamo entrati ancora di più in intimità, stingendo legami che daranno il loro frutto, senza l’ansia di dover per forza apparire ma come fossimo a cena tra amici.

La prima sera di Travel Mind si è conclusa con le immagini e i racconti di un appassionato viaggiatore del Mugello, Marcello Barletti, che negli anni ’80 prendeva la sua famiglia e il suo furgone Volkswagen per attraversare l’Asia e confini di stati ora insicuri. Una persona discreta con un normale lavoro in banca, che però non si preoccupava di incontrare le altre culture e che prima di lasciarci, a serata finita, mi ha detto: “Bisogna viaggiare, non si può rimanere bloccati da tutte le paure che ci mettono addosso.”

Sabato 28 il clima è stato ancora più informale, complice anche un caldo sole, che ci faceva entrare meglio nel paesaggio. Dato che non volevo rimanessimo chiusi in una stanza, perché passiamo gran parte delle nostre vite seduti davanti ad uno schermo, avevo pensato ad un’esperienza fisica che ho chiamato Walking on Storytelling, un momento in cui il cammino e i luoghi potessero aiutare a definire le storie che dentro di noi attendono di essere messe nero su bianco.

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Abbiamo così percorso un piccolo tratto della Via degli Dei, un cammino che congiunge Bologna a Firenze, e che sempre più persone percorrono negli ultimi anni. Un tratto attraversa il Mugello ed infatti non è strano incontrare questi moderni pellegrini, come ho fatto io nel b&b dove alloggiavo. Tanto ci sarebbe da dire su questa antica e nuova forma di viaggio, su questo turismo del XXI secolo, che parla alle esigenze di fisicità, di contatto con se stessi, di scoperta dei luoghi attraverso il corpo, di rigenerazione e di spiritualità laica, che io chiamo turismo consapevole. Travel Mind è in fondo anche questo.

Noi abbiamo fatto pochi passi ma ci sono serviti a entrare ancora più in contatto tra di noi. Siamo poi ritornati a Marchisoro, accolti di nuovo dallo chef Cristian Borchi, che con la sua simpatia e la sua bravura ci ha di nuovo coccolati con tante specialità del territorio. Di nuovo attorno ad un tavolo, con un bicchiere di rosso toscano o di vin santo, ci siamo di nuovo confrontati, accogliendo nuovi ospiti.

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Pranzo di piacere e di lavoro. Foto di Kool Photo

Il pomeriggio tiepido d’autunno si è presto raffreddato ma noi eravamo riscaldati dal fuoco del camino e di altre storie, come quelle del Mugello di cui Filippo Giustini si è fatto portavoce, un’altra piccola destinazione poco lontana dalla famosa Firenze ma che nel suo territorio di colline, di monti e piccoli borghi racchiude grandi tesori. Dalla Toscana siamo passati poi di nuovo in Calabria con un progetto fuori dalle strade già battute, quello di Roberta Caruso, che ha trasformato una casa di uno di quei paesi dove i giovani, e non solo, scappano verso nord, in un altro crocevia di viaggiatori per diletto e per lavoro.

Home 4 Creativity è coworking e social housing, è impresa filosofica e riferimento per il turismo della zona di Montalto Uffugo, è tante parole nuove che magari non avrai mai sentito ma che sono il segno dell’ospitalità per questa nuova epoca, dove c’è chi lavora viaggiando con un computer e vuole farlo in un luogo che sia in sintonia con il suo animo, dove la filosofia non è solo materia per giovani destinati alla disoccupazione ma può ispirare progetti imprenditoriali o una nuova scoperta del territorio, dove quello che importa sempre di più sono le relazioni.

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Una destinazione è fatta di nuvole e terra ma queste non starebbero assieme senza i sogni. Foto di Kool Photo.

Travel Mind non ha nessuna pretesa, non vuole essere una nuova fiera del turismo, vuole solo far incontrare le persone, facilitando relazioni autentiche tra chi crede ma soprattutto sente, che di fronte alla negatività imperante l’unica scelta possibile sia quella di imboccare la strada che ci indicano le nostre passioni. Anche se non sappiamo dove andare, il cammino si preoccuperà di farci incontrare le persone giuste, e in fondo anche quelle sbagliate – perché gli errori e i fallimenti ci fanno crescere -, perché com’è stato detto più volte in quei giorni nel Mugello, il caso non esiste. Travel Mind vuole essere un porto di terra dove le persone si incontrano faccia a faccia, senza troppe maschere, dove tutto è possibile a patto di mettersi in gioco. La vera destinazione siamo sempre e solo noi, ricordiamocelo.

Travel Mind è salpato dal primo porto in cui è nato, nel Mugello, ma è pronto ad arrivare ovunque siano necessarie modalità più umane, più adatte alle esigenze di questi tempi, per ripensare e vivere assieme i territori. Travel Mind è nato come una singola tappa, sta già evolvendo in un viaggio.

 

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