Soffia forte il vento di maestrale, agita le foglie argentee degli ulivi, accarezza i mirti. Se stai fermo e ti imponi dolcemente il silenzio, il vento che soffia dalla Provenza attraversando il mare, pulisce anche i tuoi pensieri, le tue emozioni. Ti lascia vuoto e quieto, come l’ultimo degli arbusti spinosi lassù, in quel monte di terra rossa e antica, che attende i raggi del sole salire dal Mediterraneo. Questa è la Sardegna che andavo cercando, oltre le coste smeraldo e i mari blu, oltre il turismo che costa e scappa. Una Sardegna insolita, che sa di rocce dalle forme più strane, da valli lunari, da abbazie che spuntano nell’apparente nulla, da tombe di giganti, culti ancestrali della Dea Madre.
Sardegna insolita, una terra antica e potente
Il sole è sorto e scalda, come fanno i suoi raggi in settembre, in ogni angolo del Mediterraneo. La terra è brulla e secca, i cardi ondeggiano sospinti dal vento che non s’è placato, ma non infastidisce, perché sono bagnato dal calore dell’estate. Perché la bellezza che si sveglia con la luce riscalda da dentro.
In luoghi come questi la mia anima si sente a casa, avverte un legame con questa terra abitata da migliaia di anni e con il mare che lambisce, distesa blu che unisce e divide da secoli. La Sardegna è molto più che le spiagge famose della vicinissima Costa Smeralda. Esiste da molto prima dei progetti di turismo creati a tavolino, come avvenne per questa parte settentrionale dell’isola.
In Sardegna si trova un quinto dei siti archeologici musealizzati, ossia aperti al pubblico, di tutta Italia. Molti di più sono però quelli censiti e conosciuti, come afferma Sardegna Sacra, un progetto di conoscenza e consapevolezza di questo immenso patrimonio, una forma di turismo delle ispirazioni che ti consiglio di seguire.
Questa vasta e profonda ricchezza non è facile da avvertire. Come per tutte le cose che non appaiono bisogna cercare o affidarsi a chi conosce. Io mi sono affidato ad un sardo che è tornato qui dal “continente”, come viene anche chiamata qui l’Italia peninsulare. Suo ospite mi sono lasciato portare nei luoghi dietro la sua casa, campagne in apparenza prive di richiami sensazionali. Ma come vedrai, l’apparenza inganna.
Sardegna insolita, pietre e tombe
Le parole descrivono e raccontano ma ci vuole pazienza per condensarle. Anche solo pochi giorni in questa terra, come li ho vissuti io, richiederebbero lunghi articoli, forse troppo per la velocità del web. Proverò allora a raccontare le impressioni più forti, quelle che secondo me meritano un viaggio qui.
Nelle pieghe del maestrale, che pulisce il cielo, regalando cieli ampi dove le nuvole non sostano che il tempo di un sospiro, cosa rara, rarissima nel nord Italia, ci sono pezzi di storia che salgono dalla terra.
Il primo a colpirmi è il Castello di Pedres a pochi chilometri da Olbia, una torre solitaria e diroccata che domina l’orizzonte dal suo piedistallo di pietre levigate, massi che paiono appoggiati dalla mano di giganti. La breve ma ripida salita che porta là in cima è utile a fare il pieno di paesaggio, permettendo di entrare in contatto con questo angolo di Sardegna. I giganti però aspettano là in basso.
Ricordi di storia, cenni vaghi e veloci, ti dicono che la Sardegna è la terra dei nuraghi, che t’immagini come vecchie pietre una sopra l’altra, vestigia di tempi troppo remoti per avere ancora un’eco nei nostri, iper moderni e tecnologici.
Quando nel caldo ventilato del primo pomeriggio sono sceso dal Castello di Pedres, ho varcato il recinto e mi sono trovato di fronte a delle lastre verticali al terreno, ho pensato che erano solo vecchie pietre, parte di una storia che va lungamente studiata per poterle apprezzare. “È un luogo magico” mi aveva avvertito un turista francese appena uscito. Si, non serve la storia che studiamo a scuola per poter vivere questo e altri luoghi simili.
La mente si è subito calmata, il cuore ha rallentato, una pace come una leggera ebbrezza mi ha colto. Mi sono trovato fuori dal tempo, dalla cronologia delle cause e degli effetti che riempiono i libri e i pensieri.
Non so bene cosa sia una tomba dei giganti, pare una sepoltura collettiva delle tribù che abitavano la Sardegna molti secoli prima di Cristo. Mi affido alle sensazioni, il mio sentire, che mi racconta solo quello di cui ho bisogno in quel momento. E i sensi erano calmi, sereni, in pace, pur vivendo io un periodo di intensi cambiamenti personali. Quelle pietre non erano solo pietre ma come una medicina, lasciata lì da mani ignote, che forse conoscevano qualcosa che a noi iper moderni sfugge.
Il monte dell’ape, su monte s’abe, ecco il nome di questo angolo di Sardegna davvero insolita che pochi sanno di voler visitare, quando a pochi chilometri si riempie di luce e onde un mare blu come il cielo.
Tombe dei giganti, e nuraghi, più altri siti, come i pozzi sacri e le domus de janas, popolano l’intera Sardegna, con una concentrazione difficile da concepire. Potrebbero sembrare solo manufatti dell’archeologia, di ciò che studia il passato remoto, ma in molti casi sono “templi del presente” che meritano attenzione e rispetto.
La Sardegna insolita è questa terra antica, levigata dal vento di maestrale e da mani vissute prima della storia ufficiale, è una rete visibile e invisibile di storie che possono parlare a noi uomini e donne, in cerca di viaggi più intimi e reali, oltre le spiagge.
Il sole ha fatto il suo viaggio e ora scende dietro il monte che l’ha illuminato stamane. È solo un giorno, altre parole seguiranno, perché queste non bastano a cantare una terra così potente.
Il mio porto di terra nella Sardegna insolita
Devo ringraziare Franco e Paola, per avermi accolto, ospitato e guidato nei miei giorni in questo angolo di Sardegna. Un viaggio non è fatto solo di un letto, dei pasti e qualche parola, ma soprattutto di ascolto e apertura. Indicarti la loro casa vacanze per me è un omaggio alla loro ospitalità, sapendo che anche tu ne potrai godere.
La chiamiamo Italia l’Italia peninsulare, e sta cosa della sardegna insolita deve finire, la costa smeralda è l’ultima cosa di quest’isola, siamo una nazione
Nel mio articolo cerco di dare una visione della Sardegna oltre il turismo di massa, oltre il mare blu e luoghi come la Costa Smeralda, con rispetto verso la sua storia millenaria e unica.