Si può raccontare la foresta che cresce? Si può dare voce al vento che pulisce l’aria e diffonde la vita? Si possono usare le parole per portare più lontano le idee, le speranze, i sogni di chi trova aperture nei muri, di chi vede con più chiarezza in mezzo alle foschie? Si può e bisogna. Raccontare il benessere significa alimentare un fuoco che sta divampando in tutto il mondo e non è una fiamma che inquina o uccide, è il desiderio di porre termine ad un’epoca e di iniziarne una nuova.
Raccontare il benessere, la narrazione al servizio di una crescita reale
La narrazione è dono e responsabilità. Non a caso Omero è cieco, così come il profeta Tiresia o come Odino, che in cambio della saggezza perde un occhio. Bisogna avere infatti la capacità di non guardare questa realtà, quella così pragmatica e monotona in cui sui si ripetono sempre gli stessi gesti e le stesse parole, ma di andare oltre.
Ho usato queste parole in un articolo del mio blog per parlare di qualcosa che va oltre le mode, le tendenze del marketing, i bisogni di catturare l’attenzione delle persone distratte per vendere più plastica e vuoti da riempire. Lo storytelling è narrazione, lasciar emergere le storie che sono le nostre vite, dar loro una forma corretta, non per qualche canone estetico o etico, ma per poter essere raccontate e ascoltate, in modo che si crei una comunicazione autentica, dove si ascolta, ci si fa permeare dalle parole, dove l’ego si accoccola ai nostri piede e smette di aspettare il proprio turno per parlare addosso a qualcun altro.
Raccontare il benessere è quello che io sento come necessario in questa epoca di contrasti, dove s’alzano forti onde che vorrebbero chiudere porti e rotte di navigazione, dove s’alzano muri per fermare i venti del mutamento, dove s’aprono brecce e si costruiscono imbarcazioni più veloci, dove si costruiscono mulini a vento per sfruttare l’energie pulite.
Bisogna dare voce alle storie positive, è tempo di farlo, non solo per guadagnare qualcosa di più ma perché se realizziamo un’impresa sulla spinta di sogni e visioni, stiamo tracciando un sentiero, che altri potranno seguire. Raccontare il benessere è indicare una strada, una via d’uscita verso un modo migliore di essere.
Raccontare il benessere, responsabilità essenziale
Ci sono persone che grazie al web diventano famosi, che hanno milioni di visualizzazioni, che ottengono milioni di like e spesso vengono criticate perché i loro contenuti sono di scarsa qualità. Forse, bisognerebbe ribaltare tutto e guardare a chi ha contenuti di grande valore, chi ogni giorno far star meglio gli altri, chi ha aperto un’impresa che offre soluzioni ecologiche a problemi reali, chi crea opere d’arte che aprono nuove porte dentro di noi e chiederci perché queste storie si nascondono e non sono raccontate ad alta voce?
Non credo sia l’epoca in cui si può avere una posizione defilata perché “il bene si fa in silenzio e tutto il resto è palcoscenico”. Non ci è richiesto di apparire a tutti i costi, di elogiarci o di farci elogiare ma di raccontare il nostro impegno, di aprire il cuore nei gesti e nelle parole, perché sia di ispirazione per coloro che ancora faticano, che sono in crisi ma anche per chi vuole spendere il proprio tempo, i propri soldi ed energie in progetti che non siano solo il minor costo per me mentre sono il massimo costo per l’ambiente.
Lo storytelling di cui mi voglio far portavoce è un servizio, per far crescere il benessere interno lordo, per farci vedere che non siamo soli nei nostri pazzi sogni di un mondo più giusto, che siamo in tanti e che come abbiamo distrutto, ora possiamo costruire. Le storie possono aiutarci a partire, invece di stare fermi ad aspettare la prossima crisi economica.
Scrivi un commento