Ci sono i giorni in cui il corpo saggiamente chiede di staccare, in cui la stanchezza è come un gatto che si acciambella sulle nostre gambe e fa le fusa, invitando la mente a spegnersi, per sentire cosa succede fuori dalle mille cose che paiono tutte urgenti e che a volte sono solo immagini fugaci, che possono essere spente per un po’. Assecondando questa parte saggia di me ho guardato fuori dalla finestra, fissando bene la neve adagiata sulle cime delle montagne e ho deciso di andarle incontro, diretto vero un piccolo borgo del Friuli occidentale, Barcis.
La neve tra le Dolomiti del Friuli
Ho preso lo zainetto e ho messo dentro giusto lo stretto necessario, nemmeno la macchina fotografica, perché l’intenzione era semplicemente quella di toccare la neve, di respirare l’inverno. Le foto, scattate con il mio telefono, non sono di qualità elevata, me ne scuso, ma volevo essere solo una persona che passeggia e si gode il mondo, senza troppe pretese.
Mentre il sole illuminava la pianura ho preso la strada pedemontana che scorre pigramente sotto i colli e le prime montagne. Da Montereale Valcellina sono salito verso l’alto, per lasciarmi alle spalle la pianura ed entrare in un mondo diverso, fatto di canyon, pendii scoscesi, viste su cime innevate e piccoli borghi. Qui nella Valcellina, basta poco per avvertire la pace che si prova quando si è fuori dal mondo di ogni giorno.
Una valle fuori dal mondo, dopo Barcis
Le rive bianche, l’acqua del lago di Barcis illuminata e l’aria fredda che solleticava la pelle, il piccolo borgo nel silenzio del pomeriggio, i sensi si poggiavano sui dettagli ma non volevano fermarsi, chiedevano di andare oltre una piccola passerella e di entrare in una valle quasi addormentata sotto la neve.
La Val Pentina tocca fugacemente il lago che rende famosa Barcis ma poi si nasconde nei boschi di faggi e abeti, per andare in punta di piedi fino ai piedi di alte montagne, tra cui il gruppo del Piancavallo. In giornate come queste si può camminare lungo la strada senza timore delle macchine, che passano di rado, senza il chiasso dell’estate, quando si riempie di persone della pianura che trasformano le insenature del suo torrente in spiagge.
E’ un mondo spesso in ombra dove vado lento, a piccoli passi, sentendo il gocciolio della neve che cade dagli alberi, mentre i piedi imprimono le prime orme su spiazzi deserti.
Non vorrei aggiungere altro, perché le informazioni abbondano anche su un luogo poco conosciuto come Barcis, perché in fondo sono venuto qui per sentire l’inverno prima che che scappi, per seguire il riflesso di un raggio di sole sulla neve, per ascoltare un torrente per me senza nome scorrere di sasso in sasso verso un lago e poi, ancora più in là, verso il mare, che non è poi così lontano.
Sono venuto qui per seguire la neve e la dolce stanchezza che mi prende per mano e mi fa scomparire dietro una curva, all’ombra di una piccola valle del Friuli, nascosta nelle montagne, nel silenzio di un pomeriggio d’inverno.
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