Che le cose debbano finire ne siamo tutti sicuri, che però i saluti sinceri fatti sotto le stelle di una notte d’estate siano solo un arrivederci, una promessa di ritrovarsi e danzare ancora assieme, quella è un’altra storia, un pezzo di vita in una valle della mia regione, di cui magari non hai mai sentito parlare, la Val Tramontina.
C’era una volta un festival dove giovani e meno giovani danzavano dal mattino fino a tarda notte, senza sentire stanchezza, senza bisogno di esagerare. Danzavano su ritmi antichi, su suoni di strumenti vivi, nelle piazze, nei vicoli e nei cortili di un piccolo paese tra i monti e dopo un lago. La Val Tramontina non era certo un paradiso, era un luogo di montagna come ce ne sono tanti nel mondo, dove le persone avevano abbandonato le vecchie case, i pascoli e i magri raccolti per cercare fortuna nelle grandi città dai nomi stranieri o nelle grandi fabbriche che sfornavano un mondo veloce e rumoroso.
Lassù, tra i pascoli che diventavano piano piano bosco, tra le vecchie case di pietra che diventano nidi di altri esseri viventi, nelle strade deserte dove si incontravano solo i venti, la storia si era fermata e lentamente spariva nell’abbraccio di piante e montagne. Rimanevano però delle tracce, dei vecchi muri che sussurravano di un tempo lontano in cui c’erano cento borghi, in cui ricchi mercanti mettevano in fila muli e uomini per mandarli nel mondo, magari comprando cappelli a Firenze per poi venderli nel nord fatto d’acqua e freddo, lassù, oltre la Germania.
Ma non tutti erano partiti per il mondo nuovo e anzi, qualcuno era arrivato, stanco delle grandi città e delle grandi fabbriche. Nel silenzio della Val Tramontina si era riposato e aveva deciso che non esistono luoghi isolati ma solo storie nuove da scrivere assieme, per gettare ponti che uniscano le isole di cui è fatto questo nostro mondo, dove ognuno crede di poter e dover ballare da solo.
Mettendo una parola dietro l’altra si era creata una nuova storia, che non parlava solo di borghi fantasmi e di tempi andati, spariti per sempre, ma che richiamava suonatori e ballerini da altre terre di Italia. Come in una fiera di quel mondo lontano, di muli e sentieri da fare a piedi, si vedevano bancarelle di artigiani e musici agli angoli delle strade, mentre un po’ tutti arrivavano nel piccolo paese lasciando all’entrata le loro preoccupazioni e i propri doveri, per stare assieme. Sono piccole grandi magie che succedono senza artifici, capitano quando la somma dei cuori felici è maggiore di quella dei musi lunghi. Erano eventi rari in quei tempi bizzarri ed era un bene che ci fossero feste di questo tipo, che non fossero cose lontane, da arrivarci in groppa ad un aereo, ma fossero dietro l’angolo, tra i monti e dopo un lago.
Le notti si allungavano fino all’alba, quando i monti da neri diventano blu e poi verdi, i suoni parevano non terminare mai e nemmeno le danze ma venne il momento dei saluti. Perché la tristezza non entrasse in questo cerchio incantato, bastò lasciar il piccolo paese ed incamminarsi tra uno dei monti, seguendo le vecchie storie tra i borghi abbandonati che assomigliavano sempre di più a case tra gli alberi, ascoltando delle voci che su di una piccola cascata cantavano accompagnate dall’acqua. Seguendo un sentiero non troppo ripido si saliva e senza aspettarselo, di colpo, si arrivava in un prato curato come un giardino, dove mura dei tempi passati accoglievano fuochi e cerchi di persone. Il sole invece, scendeva e si metteva come al suo solito dietro un monte per dormire, lasciando spazio alla notte, dove i volti si facevano più incerti e alla vista bisogna supplire con l’orecchio, rivolto ai suoni degli ultimi musicisti, o con il tatto, delle mani che si stringevano per l’ultima volta in cerchio, dei piedi che nudi sul prato danzavano gli ultimi balli.
La storia, di un piccolo paese del Friuli, della Val Tramontina, finirebbe qui ma come ho già detto, esistono storie che sono come un cerchio di ballerini, non iniziano e non finiscono mai, finché ci sarà qualcuno che le vorrà danzare.
Tamar sotto le stelle è un evento organizzato dalla Pro Loco Valtramontina e si svolge in agosto nel Comune di Tramonti di Sotto. Negli ultimi quattro anni si è arricchito della presenza del FESTinVAL, festival di musica e balli folk che attira in Val Tramontina persone da molte regioni d’Italia. Una piccola storia come questa può evocare qualcosa ma una notte su di un prato di un vecchio borgo abbandonato, tra suoni, fuochi e sotto le stelle d’estate non si può mai raccontare veramente, occorre viverla. Ti invito a venire nella mia regione la prossima estate e di lasciar danzare la vita.
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