Quando noi italiano immaginiamo la Spagna evochiamo il sole e il caldo del Mediterraneo del sud che illumina città e spiagge sempre piene di vita e di festa. Gli spagnoli sono i nostri cugini più allegri e vivaci, che ospitano festival di musica, discoteche in isole dove ballare senza sosta, ramblas dove passeggiare in cerca del mare o di locali sempre accesi. Eppure c’è una Spagna insolita, lontana dalle mondane Madrid e Barcellona, dal pellegrinaggio moderno e tanto cantato del Cammino di Santiago, eppure così vicina a noi, non solo per le poche ore di aereo, ma per quell’intreccio di storie, antichissime e affini, capaci di affascinare il viaggiatore e la viaggiatrice in cerca di spunti per il proprio viaggio interiore.
Per ora voglio aprire una finestra su Murcia, città e regione del sud della penisola iberica, terra sconosciuta ai più, eppure forse per questo più autentica e sorprendente.
Murcia, la sorpresa della Spagna insolita
Un invito inaspettato, e per questo ancora più gradito, mi ha portato in questa parte di Spagna poco conosciuta. Perché Murcia è una di quelle città e regioni di cui pochi italiani hanno sentito parlare. Terra tra le terre più famose, come la vicina Andalusia, mare tra le spiagge della Costa del Sol più a sud e quelle della vicina Alicante, Murcia è un gioiello nascosto che sembra non voler richiamare troppo l’attenzione.
Ho apprezzato da subito questa sua caratteristica, grazie anche ai miei ospiti che da buoni spagnoli del sud mi hanno accolto e fatto sentire subito a casa, portandomi a conoscere gli angoli più nascosti e affascinanti, invitandomi a condividere il cibo, frutto di una terra generosa, anche se a volte quasi desertica, come se fosse un prolungamento dell’Africa del Nord, a cui è fortemente legata.
Stiamo parlando infatti di una regione che per secoli è stata la culla di una cultura raffinata e per noi italiani praticamente esotica, dove si mescolavano elementi musulmani, ebrei e cristiani. Ad esempio, proprio di Murcia è originario uno dei più importanti filosofi, poeti e mistici musulmani, Ibn al-ʿArabī.
Eppure, per quanto siano ricchi di fascino questi echi di un passato medievale, intriso di misticismo e Oriente, Murcia sa raccontare storie ancora più antiche. Gole e caverne, montagne in mezzo alla pianura desertica, rocce che improvvise si alzano nelle valli percosse da rari fiumi, conservano tracce di un mondo ancora più lontano, che evoca dei e dee romane, o ancora oltre, dove le divinità hanno perso il loro nome, legandosi alla meraviglia dell’essere umano di fronte ai cicli della natura.
E la natura è sicuramente ciò che mi ha colpito di più in questa Spagna insolita. Perché tutte queste vicende antiche, a volte ancestrali, sono scritte nelle rocce, sono parte del paesaggio, arrivavano e arrivano ancora attraverso le onde dell’amato mare Mediterraneo, la nostra casa comune, che ospita tutte le nostre storie, presenti dentro ciascuno noi, sin dalle epoche più remote.
Murcia, la sua capitale: cosa fare e vedere
Mi perdonerai la lunga premessa ma per parlare di una terra poco conosciuta bisogna spostare lo sguardo, fare alcuni passi indietro, per poterne evocarne il fascino. Ora puoi seguirmi in questo viaggio.
Tutto inizia una calda giornata di ottobre, perché sicuramente uno dei punti a favore di Murcia è il suo clima caldo, la sua estate che dura fino a novembre ed inizia quando da noi la primavera è ancora incerta, in aprile. Questo vuol dire che luglio e pieno agosto sono i periodi meno consigliati per visitarla, ma rimangono così molti altri mesi, dove magari concedersi una fuga dal nord Italia e farsi un bagno di sole mediterraneo.
E tutto inizia nella sua capitale, la città di Murcia. Esattamente dal suo luogo più importante, il centro nevralgico di ogni città, plaza Cardinal Belluga, dove si erge una maestosa cattedrale che mescola lo stile gotico con quello barocco, che proprio in Spagna (e nel Sud Italia fortemente influenzato dal regno iberico) ha il suo massimo splendore. Per me le chiese, oltre gli stili e le storie architettoniche, mantengono il fascino dei “templi”, dei luoghi dello spirito dove andare a ritirarsi, per contemplare grandezze ed altezze, dove respirare il silenzio e raccogliermi, attorniato dalla bellezza del passato.
Per cui ho voluto concedermi un po’ di tempo qui, ascoltando di tanto intanto l’audioguida e più spesso lasciandomi sorprendere da un rosone, da una statua, dagli infiniti dettagli che secolo dopo secolo si sono stratificati ed erano in quel momento davanti ai miei occhi. Sono salito anche nel museo della chiesa ma presto ho sentito l’esigenza di uscire, di vedere la cattedrale da fuori, di bagnarmi nel sole caldo di ottobre, mentre la vita cittadina scorreva placida.
Una cosa che mi ha colpito molto di Murcia è proprio l’aria tranquilla, le persone che passeggiavano senza fretta, le lunghe pause nei bar e nei ristoranti che si affacciano su piazze e piazzette, la dimensione dell’ozio mediterraneo, dove le relazioni e il tempo hanno maglie molto più larghe di quelle a cui siamo abitati a nord.
Il mio consiglio è quindi vagare senza una meta precisa, tanto è impossibile perderti. Girare un angolo, scorgere una piazzetta, oppure seguire un viale alberato, un paseo, dove i platani fanno ombra a delle opere d’arte che inneggiano alla lettura. Il miglior modo per visitare una città per me è proprio passeggiare, viaggiare lentamente col proprio corpo, per aprirsi maggiormente ai dettagli, alle sensazioni di una via, di un palazzo, di uno scorcio improvviso. Non cercare nulla di preciso se non di entrare in contatto con lo spirito del luogo, il famoso genius loci.
Ogni città è diversa, incanta, respinge o a volte ci lascia indifferenti, a volte ci coccola nella sua tranquillità, in quella mancanza di bisogno di ostentare, di richiamare tanti turisti, di far parlare di sé nel mondo. Murcia mi ha dato proprio questa impressione, uno di quei luoghi dove si potrebbe passare qualche giorno in primavera, magari lavorando da remoto, prendendosi lunghe pause in qualche caffè del centro, in cerca di nuovi incontri, che poi porteranno da qualche altra parte, verso una montagna nei cui sentieri si trovano tracce di epoche remote, oppure verso il mare, ad ammirare l’infinito.
Intanto si fa sera, e il tepore del Mediterraneo del sud invita a passeggiare di nuovo, sfiorando la notte che illumina la cattedrale e i vicoli del centro, dove le persone si godono la vita con ritmi lunghi e lenti. Domani è un altro giorno, mañana, per uscire dala città ed esplorare questo angolo di Spagna insolita, con grotte, templi antichi e scogliere. Ogni cosa a suo tempo, senza fretta, questo pare dire la città.
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