Cospirano efficacemente contro il mondo attuale soltanto coloro che diffondono in segreto l’ammirazione della bellezza
Nicolas Gomez Davila
Un tunnel che scava la montagna e che separa il mondo, una strada attorno a cui crescono alberi e vecchie case, il telefono che non prende, ecco lo scenario perfetto per un racconto di fate o per l’esistenza di un’artista. Lauren Moreira, originaria di Belém, capitale di uno degli stati amazzonici del Brasile, mi accoglie in cima a delle scale di legno che abbracciano una vecchia casa di pietra. Nella borgata Polaz in Val Colvera, le abitazioni sono un unico organismo di sassi e legno che spunta su di una collina, ai confini del bosco. In un luogo così raccolto e naturale non possono che nascere le idee buone, quelle che spuntano dalla terra e arrivano fino al cielo. More clay less plastic è uno di questi fiori, che ha la piccola ambizione di spargere attorno il profumo che hanno le cose fatte con le mani, la testa ed il cuore, in un mondo dove la frenesia semina bruttezza.
Seduti nel suo studio, tra pezzi di argilla cruda, riviste e divagazioni, Lauren mi racconta com’è nato questo progetto. In un viaggio nella sua terra natia, da cui mancava da anni, si era accorta della quantità abnorme di plastica abbandonata che si trovava ovunque, anche in quegli ambienti che noi europei tendiamo ad idealizzare e considerare “incontaminati”. È un’esperienza che ho fatto anch’io in Brasile, quando ho vissuto lì per alcuni mesi nel 2008 e che capita sempre più spesso in molti paradisi tropicali. Quello che qui trasformiamo con il riciclo o nascondiamo con le discariche, in molti paesi diventa un triste elemento del paesaggio.
Lauren si interrogò a lungo, ricordandosi di quando la plastica era un materiale raro che ricopriva pochi oggetti, mentre gran parte della vita quotidiana era fatta da elementi ancora naturali. Scossa dallo scempio ambientale che aveva visto in Brasile e dalla lettura dei dati di quel primo mondo che si ritiene spesso superiore agli altri, decise di rispondere con quello che conosceva meglio, la creatività.
Nel 2014 decise che la l’inquinamento non meritava la paralisi o il cinismo ma che invece si poteva agire per cambiare. Lanciò quindi una proposta, semplice e diretta, che nasceva da quello che che è il suo lavoro: usare più ceramica e meno plastica nei gesti di tutti i giorni.
More clay less plastic è una piccola utopia concreta che da questa piccola valle del Friuli ha raggiunto il resto del mondo, diventando un movimento internazionale e godendo di un immediato successo.
L’idea, a cui presto si sono uniti numerosi ceramisti di fama mondiale, si è articolata come una mostra itinerante che ha fatto tappa ad eventi come Fa’ la cosa giusta – fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili a Milano, al Salone del Gusto, organizzato da SlowFood a Torino, al LESS PLASTIC DAY a Venezia e si concluderà nel giugno del 2017, tornando in Friuli, al Festival della resistenza alimentare in Val Tramontina.
Per non rimanere solo un concetto ed una mostra, more clay less plastic cerca di andare alla radice delle cose, riconoscendo il grande valore dell’educazione nel promuovere il rispetto dell’ambiente e di se stessi, aspetti che sono molto più legati di quanto possa apparire.
La prossima tappa non sarà quindi una fiera o un evento ma la sensibilizzazione dei bambini, facendo loro visita nelle scuole, magari mostrando loro il valore profondo della creazione con le proprie mani. L’educazione senza la creatività che genera bellezza rischia di essere solo teoria e oggi più che mai abbiamo bisogno di azioni rivoluzionarie di bellezza.
Magari questa piccola idea, nata in una borgata di una valle di una regione che pochi conoscono, potrebbe essere anche uno stimolo per quel turismo esperienziale in costante aumento, per quel viaggio che non cerca souvenir da comprare ma da creare con le proprie mani, che desidera ispirazioni per una vita più equilibrata. La bellezza è in fondo una delle mete che cerchiamo tutti, muovendoci a tentoni oltre l’ammasso di unitili oggetti e pensieri del quotidiano.
Come disse una volta Alejandro Jodorowsky, la poesia e la bellezza cambieranno il mondo, perché tutti i problemi sono dovuto alla bruttezza. Le guerre sono brutte, lo sfruttamento dei propri simili o degli animali è brutto, il petrolio è brutto. La bellezza non è una definizione intellettuale, è qualcosa che si sente. Il bello è ciò che è utile per la sopravvivenza equilibrata della vita.
More clay less plastic è uno di quei movimenti dell’animo che cospira efficacemente per creare maggiore bellezza e fa piacere sapere che è il frutto dei luoghi dietro casa mia.
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