La memoria si popola di strisce di terra e rumori di onde sbattute contro la barca, si colora di grigio e degli orizzonti che solo il mare sa donare. Le vaste acque salate sono un fascino che ti afferra anche quando non c’è il sole ed il caldo che vorresti.

 

Scrivere è un fluire di sensazioni sottili, di emozioni che scorrono a fil di pelle con una bassa tensione che arriva alle mani. Per scrivere ci vogliono certi stati d’animo, contrari all’ansia, la fretta o la rabbia. Si può scrivere anche quando si è arrabbiati ma allora lo si fa con la pancia e non con il cuore. Perché dico questo? Perché ho aspettato un po’ prima di mettere mano a quello che mi ricordavo del mio fine settimana a Grado. Ho atteso la sera carica di pioggia dei giorni scorsi e la quiete dei momenti di festa per lasciarmi trasportare verso questa laguna del Friuli.

Il suono della pioggia, la stanza illuminata da un vecchio abat-jour e le dolci note di un compositore ambient sono state le mie muse, le coccole che mi hanno permesso di lasciare che le parole fluissero.

Ho parlato di questo spazio salmastro che fa da confine tra la pianura friulana, terra di campi ma anche di rovine del passato, come l’antica Aquileia, a pochi km da Grado, ed il mare Adriatico che scivola verso l’Istria, quelle linee di terra appena accennate che si vedono camminando nel lungomare, in una passeggiata mattutina o serale, mentre ci si nutre di aria benefica e del suono delle onde.

Luca Vivan, travel blogger, memorie di Grado, Friuli, TBnet, lungomare di Grado

Scorci di Istria, mentre ci si perde ammirando il mare

Sono tornato con la memoria, aiutata dall’immaginazione, alla sensazione del vento dell’est sul viso, al profumo del mare che si attaccava alla pelle, al senso di profonda pace che mi prendeva per mano, mentre i miei passi calpestavano questa terra incerta, appena affiorata dalle acque.

Ho scritto dell’albergo diffuso in cui si può alloggiare, tra casoni e valli da pesca, ma non ho voluto raccontare date e dati, perché ormai tutto si trova nel grande oceano del web, quello che si trova meno, che richiede più sforzo nel cercare, è un tocco di fantasia e di poesia. Spero di essere riuscito a regalare un po’ di questa nostalgia, di dolce malinconia che mi ha donato la laguna di Grado, con il suo desiderio di isolarsi, di immergersi in un piccolo mare, nel puro silenzio.

Luca Vivan, travel blogger, memorie di Grado, Friuli, TBnet

Il lungomare di Grado, respirando le onde e la brezza

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