In questo periodo di intensi e felici cambiamenti mi sono concesso una breve pausa.
Mentre camminavo nel bosco dietro casa un’intuizione mi ha colto, ho accelerato il passo e sono tornato indietro, per cambiarmi e prendere al volo due copie del mio libro. Son salito in macchina e ho percorso quella sottile striscia d’asfalto che mi meraviglia ogni volta, campi e case sparse, boschi e colline che s’alzano a diventare montagne. È la Pedemontana del Friuli occidentale, terra di confine tra l’industriosa pianura e il regno delle montagne, il rifugio della quiete e della natura, da cui ho tratto così tante ispirazioni negli ultimi anni.
Sto scrivendo poco nel mio blog e in generale per puro piacere. Una voce leggera si è affacciata col vento che agita le poche foglie invernali e mi ha chiesto di essere ascoltata, di essere accolta e narrata. È una voce ancora timida che ho imparato ad udire solo da pochi anni. Prima c’erano altre voci, che infuriavano nella mente come caotiche disarmonie, venti scomposti e agitati che sbraitavano di paure e di bugie, illusioni che prendevo per vere, perdendomi nel cammino.
Credo che questo capiti a tutti noi, anche a te, che per caso o per fortuna ti sei fermato su questa pagina. La creatività è un regno nascosto troppo spesso a noi comuni mortali, lo immaginiamo lontano, riservato a pochi eletti, quelli che sono geni, che sanno suonare, ballare, dipingere e scrivere. Noi no, corriamo e corriamo, sospinti a volte da troppi doveri e dispiaceri, dimentichi di noi stessi, di quello che riposa dentro di noi.
Quante volte mi costringo a correre da un luogo, da un progetto, da un evento all’altro. Quante volte mi concedo il piacere?
È una domanda che pongo a me stesso ma anche a te caro lettore e cara lettrice.
Ieri ho voluto fermarmi un attimo, fare una sosta, per concedermi la meritata bellezza che ci circonda. Ho seguito l’intuizione che mi ha condotto verso il borgo medievale di Polcenigo, prima in una libreria di paese e poi in un’osteria in cui amo andare di tanto in tanto, un luogo affine con prodotti buoni, puliti e giusti, che si affaccia su un affluente del Livenza.
Mi sono fermato ad ascoltare il suono delle acque, a contemplare i riflessi del sole di fine inverno, a sorseggiare un calice di Ribolla gialla del Collio. Sono stato fermo in compagnia del mio libro, che piano piano inizia ad andare in giro.
Nella coccola del sole, delle acque di questi luoghi così particolari e ricchi di influenze di cui ho colto solo la superficie grazie ad una lettura estiva, ho ascolto quella voce e ho tralasciato il resto, per far fiorire delle parole e delle immagini in questo giardino digitale un po’ abbandonato.
La tanto famosa creatività cos’è? Dove si trova? Appartiene davvero a pochi? O è forse come il vento freddo e profumato, che sa d’inverno ma anche di primavera, che s’infila tra le case di pietra, sopra le acque di torrenti che sgorgano non si sa bene dove e che recitano storie più antiche di queste parole. Esiste sempre ma bisogna portare attenzione, come per tutta la bellezza che ci circonda.
Forse un piccolo viaggio, che può iniziare e finire in pochi chilometri, nei luoghi dietro casa che ignoriamo nella corsa di ogni giorno, potrebbe permetterci di svuotare le valigie di pensieri ed emozioni che ci trasciniamo appresso da chissà quanto tempo.
Non basta certo una passeggiata nel bosco, passando magari per un vecchio borgo, ed un bicchiere di vino biodinamico sorseggiato ad un tavolino all’aperto, per liberarci una volta per tutte. Eppure un viaggio inizia da un primo passo, che può magari liberare un desiderio, sempre negato, che può far uscire delle belle parole, una canzone, un quadro o una soluzione piacevole a qualsiasi cosa.
Tutto è qui, come le gemme della primavera. Riposa nell’oscurità della terra, sotto gli strati di foglie secche nel bosco che scorgo dal tavolino dell’osteria. A volte ci vuole pazienza, perché l’inverno è lungo e rigido. Altre volte ci vuole coraggio, per fare quel passo ed iniziare a viaggiare, anche qui dove ti trovi.
Scrivi un commento