Aspetterò che i fiori sboccino uno ad uno. Cercherò di essere paziente, di non desiderare il caldo ed il verde intenso tutto d’un tratto. Il tempo non è tiranno e non sfugge, forse ci insegna solo ad attendere che un desiderio si realizzi. Avere tutto e subito, vorrebbero dire vedere sfiorire ed appassire ogni fiore, senza poter sentire il loro profumo esile nel freddo dei primi giorni di primavera.
Lenta Primavera in un mondo sempre più veloce. Il bisogno di rallentare si fa necessità pressante, dalla testa che vortica sempre dietro a mille cose da fare, all’esigenza di scendere nel corpo, nel cuore da calmare, nei piedi da far poggiare bene per terra. I monti del Friuli, i luoghi dietro casa, spopolati nel desiderio di scoperta prima ancora che nell’abbandono dei loro abitanti, sono lì che attendono il nostro bisogno di quiete.
Esplorare il conosciuto
Quanti borghi, boschi e montagne si adagiano dietro di noi, quante storie dormono sotto la coltre dell’apparenza che ci fa pensare che non ci sia nulla, se non punti da oltrepassare, nomi da dimenticare dietro la scritta di un cartello. Riprendere un territorio è tutto qui, nei passi lenti, negli sguardi attenti, nel desiderio di riscoprire ciò che diamo per scontato.
Facile sarebbe partire prendendo un aereo, decollare da una grande città e in qualche ora essere altrove, rischiando però di portare con sé delle valigie ricolme di ansie, aspettative, problemi insoluti. L’illusione del viaggio è quella di librarsi sopra tutto e diventare nuovi solo con lo spostamento di qualche migliaio di chilometri. Lo scrivevo anni fa e lo riconfermo anche oggi.
L’aspra roccia e i borghi poco appariscenti dei monti del Friuli ci chiedono uno sforzo maggiore, che però come ogni cosa che è concreta, può ripagare molto. Senza il fascino dell’esotico, qui sei costretto a confrontarti con l’essenziale. Il consumo può offrire tanto, occasioni di crescita, di scoperta, di nuove relazioni ma ci fa credere che pagando si possa ottenere una soddisfazione che per sua intima natura richiede un impegno.
I monti del Friuli non offrono distrazioni, per viverli non si può sfuggire, bisogna stare, nei sentieri dei boschi, nei vicoli dei paesi, nei suoni dei torrenti, nella vita che dopo l’inverno torna a manifestarsi. Non c’è nulla di eccezionale qui se cerchi di riempire un carrello di meraviglie. Se vuoi però spogliarti e cercarti nella quieta semplicità, il tesoro è vasto ed infinito.
Turismo consapevole nei monti del Friuli
Quando decisi di creare Freeuliamo, insieme ad altri tre amici, il bisogno era semplice e profondo, poter riscoprire questa dimensione schietta e naturale per poterla offrire al viaggiatore che sta cercando qualcosa, che forse ancora non conosce.
Io per primo sentivo la necessità di vivere in modo diverso gli orizzonti che scorgo aprendo la finestra, in apparenza chiusi dalle vette e dalle nuvole ma così ampi e segreti da liberare la mente.
Un viaggio di pochi chilometri qui può diventare infinito. Non c’è più il bisogno di fissare un puntino in una mappa, di far sapere quante cose hai visto ma di svuotare le vecchie valigie, riempiendoti di aria pulita, di armonie e nuovi possibili equilibri che aprono nuove strade, una volta tornati in pianura.
Il turismo consapevole è questo, viaggiare anche vicino a casa, ma farlo davvero, potendo svuotare un po’ la mente, alleggerendo il cuore, entrando in contatto con i paesaggi, affinché ci parlino e ci insegnino a rispettarli, rispettando noi stessi.
Inizio Primavera tra i monti del Friuli, ad Andreis
Pensi mai ai tuoi pensieri? Quanto rimane di un luogo, di un paesaggio, di un’esperienza, se non siamo veramente lì? Per viaggiare è necessario svuotare le valigie, lasciarsi alle spalle idee e giudizi. Per vedere mondi nuovi bisogna essere liberi.
Un bosco nei primi giorni di primavera è un viaggio. L’occhio attento agli sguardi d’insieme potrebbe scorgere solo foglie ed alberi secchi. Nella quiete di una camminata lenta, passo dopo passo, attenti al respiro e senza perdersi in pensieri che non centrano nulla, appaiono invece bucaneve, primule e crocus. Un’esplosione di vita nuova sembra dirti che la possibilità di rinascita è qui, a portata di mano.
La tanto decantata meditazione, che ad alcuni appare come qualcosa di esoterico, è tutta qui, un esercizio di presenza, che noi abbiamo voluto fare a contatto con la Natura. Seguendo le indicazioni di una persona che la pratica da molti anni, ho percorso un vecchio sentiero, portando la mia attenzione alla piccola fatica di salire, al respiro che aumentava e poi a ciò che avevo attorno. Piano piano, si è fatto silenzio dentro di me ed è apparso un mondo.
Nessun effetto speciale, nessuna visione o apparizione, solo l’accorgermi dei fiori, delle loro forme e dei loro colori. L’attenzione si è fatta più viva. Non c’erano giudizi o comparazioni, nessuna chiamata o mail di lavoro a cui pensare. Ero solo nel sentiero, immerso in un bosco che stava lasciando l’inverno per entrare nella primavera.
Per mezz’ora, il tempo si è fermato, la vita di ogni giorno si era dissolta nei primi profumi intensi della natura. Non c’erano più parole ma solo l’esperienza.
Questo è stato l’inizio di un fine settimana ad Andreis, nel Parco delle Dolomiti Friulane, due giorni di semplice condivisione, a pochi chilometri dalla pianura ma nel bosco.
Insieme abbiamo fatto yoga, cucinato delle pietanze secondo la millenaria tradizione dell’Ayurveda, ci siamo divertiti con dei giochi da tavola, abbiamo esplorato vecchi borghi, chiacchierato e camminato, senza fretta, senza bisogno di riempire il tempo ma piuttosto con il desiderio di lasciarlo scorrere, per liberarci un po’ dello stress di un lungo inverno.
Non abbiamo fatto nulla di speciale, se non stare assieme per prenderci un po’ cura di noi, ognuno secondo le proprie inclinazioni, chi preferendo una passeggiata, chi lo yoga, chi un buon piatto speziato.
L’eccezionale è sopraggiunto una volta tornato a casa, quando riprendendo il lavoro, le fatiche di ogni giorno, sentivo una maggiore leggerezza e nella fretta ricercavo l’insegnamento del bosco e della sua primavera: vai piano, passo dopo passo, portando attenzione a quello che stai facendo, senza preoccuparti di quello che avverrà.
Se un sentiero era diventato un maestro, cosa potrebbero fare gli spazi che si nascondo dietro casa? I monti del Friuli erano diventati ancora una volta un viaggio molto più lungo di quei pochi chilometri percorsi fino ad Andreis. Erano diventati esplorazione, conoscenza, laico pellegrinaggio verso una pace necessaria che è a portata di mano.
[…] a leggere il racconto di Luca Vivan sul nostro fine settimana di inizio primavera ad […]