Il cibo è una delle esperienze più memorabili di un viaggio, ancora di più per chi viene nel nostro paese, concentrato di biodiversità culturale tra i più ricchi al mondo. Ogni valle, ogni borgo, ogni pezzo di paesaggio racchiude una storia che assume il profumo e il gusto di un particolare cibo. Le storie si intrecciano con la biochimica dei terreni, con la loro anima, sempre diversa, anche a distanza di pochi chilometri. In un angolo del Friuli c’è un frutto, il figomoro, che cresce solo lì, figlio di quella roccia calcarea unica al mondo.
In campagna col figomoro, nella Pedemontana del Friuli
Ad un’estremità di quella striscia che divide la pianura dalle Prealpi, la Pedemontana, terra di confine tra la pianura e il regno dei monti selvaggi, c’è l’antica città di Caneva, storicamente legata alla Repubblica di Venezia. Qui da tempi lontani crescono gli ulivi e famosi vigneti, grazie all’esposizione vantaggiata dei colli. Tra i filari d’uva e gli alberi di ulivo c’è una pianta meno famosa, ma pur sempre simbolo mediterraneo, il fico.
Questo piccolo frutto dolce e nutriente ha le sue radici in una terra ricca di carbonato di calcio, sale che da la sua impronta unica alla pianta. Il figomoro cresce infatti solo tra queste colline, alle cui spalle si aprono i boschi del Cansiglio.
Questa unicità viene celebrata ogni anno alla fine dell’estate, in una festa che non è una sagra ma un insieme di laboratori per grandi e bambini, di visite del territorio e di esperienze culinarie, ospitate dal giardino di una villa che di per sé merita una visita, magari per stare al riparo di un vecchio platano, a degustare una pallina di gelato di figomoro, ascoltando il suono delle cicale e contemplando le colline che s’alzano fino a diventare montagne e boschi.
La mia prima festa del figomoro è stata due anni fa, una calda domenica d’agosto, ad assaggiare la cultura dei luoghi dietro casa, elaborazioni e abbinamenti di questo frutto che conoscevo solo di nome, a visitare il territorio che lo fa crescere, colline ma anche zone lacustri, abitate sin dalla remota preistoria.
Ricordo le piante di fico, con le loro grandi foglie, mentre andavo su e già per una collina a raccogliere queste gocce scure e succose da portare a parenti e amici, per far conoscere la diversità che da i suoi frutti laddove spesso si da tutto per scontato.
C’è un mondo di paesaggi e di gusti che l’essere umano riceve dalla natura e plasma. Se lo fa con consapevolezza e passione questi piccoli frutti diventano storie importanti, feste da celebrare in compagnia.
La festa del figomoro, i suoi laboratori e i suoi showcooking gratuiti saranno il 25 agosto.
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