Caro lettore,

ci vuole tempo per tutto, per fare bene anche le cose a cui siamo abituati, io a scrivere e tu a leggere. Nel viaggio della vita ci sono le soste e le partenze, il necessario riposo e quella cosa che chiamiamo lavoro, un mezzo per guadagnarsi sì il pane, ma anche pezzi di paradiso in terra, di felicità autentica.

A chi mi chiede “dove andrai tra poco?” io non saprei rispondere, la valigia riposa da qualche parte, io sento, sempre più, che viaggiare per viaggiare non mi serve, che il mio desiderio è raccogliere le buone parole, per fare qualcos’altro, per costruire racconti, sentieri che portano più lontano.

Luca Vivan, Enrico Chiari, Raccontami un po'

Dopo giorni di quiete, dettati dalle feste e dal periodo dell’anno più buio e più intimo, dopo una necessaria sosta, è iniziato l’anno. Si sono riaperti i cassetti dei progetti seminati nel 2017, i sogni di un turismo più sostenibile, più leggero, più autentico; la voglia di portare fuori da questi schermi quanto appreso in anni di lavoro e di sacrificio parlando ai più giovani, con “Raccontami un po’” ma anche con un corso che terrò in una scuola superiore di Pordenone sul marketing nel turismo e le potenzialità del web; il piacere di far scoprire i luoghi dietro casa in modo consapevole e il più possibile gioioso con Freeuliamo, l’associazione che ho creato insieme ad alcuni amici.

La Voce delle Fiabe, Piera Giacconi, cantastorie, fiabe tradizionali

Nel viaggio vero degli ultimi mesi, quello delle sensazioni, delle intuizioni, delle scoperte personali, ho incontrato anche i cantastorie e le fiabe, il racconto che non serve per addormentare i bambini ma per risvegliare gli adulti. Qui le parole si fanno più leggere ma anche più profonde, non servono per vendere qualcosa di buono o di cattivo, si fanno strumento antico, originario, di cura, diventano possibilità di riscatto della principessa o dell’amato che alberga in noi, imprigionato dallo stregone delle bugie, dei limiti e delle paure.

Tanti passi possibili, tante strade da percorrere, tanti progetti interessanti ma quello vero, quest’anno è trovare il tesoro che mi appartiene, il talento che deve fruttare, che non può rimanere nascosto ed infruttuoso. Per questo, nel 2018 voglio lavorare su una parola, sul significato profondo che la contiene, la fiducia. Pare sia questa una tradizione antica, del buddhismo zen, una sorta di ancora o sarebbe meglio dire di un faro, che guida il navigante nel suo viaggio durante l’anno, che gli permette di concentrarsi su una qualità fondamentale da sentire, da sviluppare per crescere, per farsi uomo o donna davvero. Marta Albè, nel suo blog spiega come trovarla, la mia è arrivata alla fine dello scorso anno, durante un seminario con le fiabe insieme a Piera Giacconi.

“viviamo in un apparente benessere e non ci facciamo molte domande. Invece è veramente importante chiederci in modo radicale, come nei racconti del Meraviglioso: “Chi sono? Da dove vengo? Cosa ci faccio qui? Cosa mi dà ciò che faccio? Come lo faccio?”.

Dice la stessa Piera Giacconi in un’intervista del 2015

Porto Caleri, Rosolina, Delta del Po, Veneto

Un pescatore che cerca i frutti del mare. Laguna di Porto Caleri, Delta del Po, novembre 2017.

Il mio augurio è allora un passo più fermo e deciso, capace di trovare e seguire la strada che ha un significato, un passo anche più leggero, più fiducioso, libero dalle ansie del tempo che vola, dei mille impegni, delle mille notifiche. Il mio augurio è una direzione, una missione. Dove andrò quindi prossimamente? Verso me stesso!

 

(Foto di copertina: Piancavallo, Friuli-Venezia Giulia, gennaio 2018)