Viaggiare in lungo e in largo, dentro e fuori, dalle proprie abitudini ma in quelle degli altri, rispettare la terra che ci accoglie e renderla più lieve, dando voce a chi cerca nuovi percorsi di sostenibilità, questo blog è nato anche per questo. Le mie parole vanno verso Nord, oltre la zona temperata dove vivo, in quelle regioni al confine con l’estremo limite della vita. Le memorie di un viaggio e le dita che scrivono volano in Scandinavia, per raccontarti quello che ho imparato dell’ecoturismo in Norvegia.
Ripetere non è un esercizio pedante per imporre qualcosa, è tecnica necessaria per fissare ciò che è importante. Il viaggiare sostenibile per me non è solo il lusso di un resort che ti fa pagare care le sue scelte ecologiche, non è il cibo rigorosamente e doverosamente bio, è un mondo di dettagli a volte semplici come portare con te una borraccia per non comprare infinite bottiglie di plastica, è soprattutto la consapevolezza di essere ospite su questa terra.
La Norvegia, come tutti paesi del nord Europa, è riconosciuta come uno stato attento al proprio ambiente, dove la sostenibilità è una responsabilità di tutti. Questo pensiero che si traduce in azioni concrete è parte fondamentale della cultura nordica dove ciò che è fuori dall’uscio di casa riguarda anche me.
Il mio viaggio ai confini del mondo e dell’inverno è stato breve anche se intenso. Quei paesaggi aspri, a volte duri, quelle montagne di granito che sorgono dal mare come mani di giganti dell’epica norrena, mi sono entrati dentro. Con gli occhi e poi con le parole ho cercato di informarmi, per dare conferma al pregiudizio positivo che vede questi luoghi come l’avanguardia di un rispetto sempre più necessario.
Questo spazio virtuale non è solo mio ma è una porta aperta sul mondo, dove entrano ed escono storie che possono ispirare i viaggiatori, e della vita lo siamo tutti. Per questo ti offro ciò che ho trovato sull’ecoturismo in Norvegia.
La prima risorsa in cui mi sono imbattuto è stato un cacciatore di aurore boreali, un simpatico signore delle isole Lofoten, incontrato attorno ad un tavolo al piano superiore di un antico ristorante di Svolvær, uno dei porti d’accesso a questo arcipelago, il cui fascino va oltre le foto e le parole. La sua compagnia, Lofoten Aktiv, è la prima impresa certificata nell’ecoturismo in Norvegia. Stare a sentire Yan mentre parlava delle luci del nord, mentre fuori il vento portava fiocchi di neve che danzavano sulle acque scure è un caldo ricordo che conservo, per ritornare.
Tra le tante piacevoli chiacchierate ricordo anche quelle con Evgenia, una donna russa di Murmansk, che da anni vive in Norvegia e che mi ha accompagnato in questo viaggio. Queste terre in apparenza inospitali per colpa del clima, hanno un’anima antica, che deve avere le sue radici nelle popolazioni vichinghe che la resero famosa. Qui esiste infatti una consuetudine che garantisce la libertà di vagabondare, una norma che ha il suono delle antiche usanze in effetti, e che permette a chiunque di campeggiare nelle aree naturali. Ovviamente ad ogni libertà è associata una responsabilità, quella del rispetto della terra e dei suoi abitanti.
L’innovazione reale di un paese si misura nel rispetto che viene dal passato, dal giusto peso della tradizione, per la quale la terra era sacra. Il futuro guarda nella stessa direzione e così quello che altrove fa ancora fatica a muoversi, qui diventa parte della strategia di catene d’hotel e aziende.
La sostenibilità è un bisogno sempre più avvertito, un sentire diffuso lontano dalle appartenenze e dalle ideologie. Se sempre più imprese si impegnano in tal senso vuol dire che la domanda degli individui è in costante crescita. Quando lo fa un intero paese, mantenendo i costumi del passato e cercando nuove strade nel presente, siamo di fronte ad un cambio di paradigma.
Raccontare può essere semplice, lo è meno poter creare dei piani di sviluppo integrati, lavorando assiduamente con le comunità locali. L’ecoturismo in Norvegia significa anche un certificato di destinazione sostenibile, che riguarda alcune località come le isole Svalbard, ancora più a nord di dove sono stato io, o le isole Vega più a sud del circolo polare artico.
Piccoli spunti quelli che ho dato, per avvicinarsi in modo più discreto a questo paese lontano. Il mio consiglio è poi sempre quello del giusto atteggiamento, della consapevolezza con cui ci muoviamo nel mondo. Non parlo solo dei mezzi che scegliamo, ma del nostro passo mentale ed emotivo. Il consumismo che distrugge il pianeta deriva spesso dalle nostre ferite, da bisogni reali insoddisfatti. Quando ti fermi davanti ad un tramonto che colora di luce preziosa le cime di un monte su uno specchio d’acqua, mentre c’è solo il suono ovattato della neve, o quando ti trovi al bordo di un fiordo ad ammirare questo mondo ghiacciato, non hai bisogno di nient’altro. L’ecoturismo in Norvegia come altrove, parte secondo me da questa impronta lieve, da questa leggerezza d’animo.
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