“Non c’è presa di coscienza senza sofferenza. In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell’assurdo
per evitare di confrontarsi con la propria anima.
Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce,
ma portando alla coscienza l’oscurità interiore.
Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.”Carl Gustav Jung
Oggi avevo pensato di scrivere di un nuovo tipo di turismo che un po’ mi sono inventato, che parla di invenzioni, di creatività, di entusiasmo e di innovazione ma oggi, anche se fioriscono i primi alberi e come un segugio cerco le nuove foglie tra i rami secchi, è ancora inverno ed io sento che devo occuparmi di me stesso. Devo stare in ascolto e non disperdermi in un fare a volte compulsivo, un sentiero che più che una traiettoria in cui si progredisce è un circolo in cui si ruota attorno ai soliti pensieri, alle solite emozioni. Oggi parlo di ecologia della mente ma potrebbe essere un altro nome. Le parole dovrebbero tacere ogni tanto, non credi?
Lascio scorrere le dita, insieme a tutti quei fastidi che affollano la vita di ogni giorno come un vecchio e consumato bar di periferia, dove alla fine entrano ed escono sempre le solite persone, la signora Rabbia che invade il locale con le sue recriminazioni e sputa sentenze e giudizi sul bancone, la signorina Tristezza che sta in un angolo con lo sguardo velato e non si muove per ore, il signor Nervoso che beve caffè uno dietro l’altro e fuma sigarette dal fumo blu come lo schermo che accende e spegne in continuazione, il signor Narciso che sorride agli specchi del bar e a quelli che riflette il telefono.
Potrei nascondermi ancora un po’ dietro la pagina Facebook che si apre, dietro una mail che arriva inaspettata o immaginando la vita degli altri attraverso le foto che mi appaiono sullo schermo ma non sarebbe vita. L’ecologia non è solo questione di comprare i cereali bio o di prendere più spesso la bicicletta ma di liberarsi del superfluo, soprattutto quello che riempie gli invisibili ma pesanti armadi dentro di noi. L’ecologia della mente, delle emozioni è la forma di ambientalismo e di rivoluzione più profonda e richiede molto impegno.
Non ti aspettare ricette oggi o i 10 modi per…ci provano da secoli a indicarci strade ma facciamo fatica a fare i primi passi, siamo alunni speciali ma dei grandi ripetenti.
Forse basterebbe poco, staccare un attimo, evitare ogni distrazione e sentire quello che arriva quando si aprono le finestre del proprio animo. E’ ancora inverno ma la signorina Primavera si affaccia timida alle porte del bar, porta con sé un gran sorriso e tanta speranza, ma ci chiede di farle posto e di cambiare aria.
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