Sembra strano ma anche a me mancano le parole, non quelle gettate a caso per riempire i vuoti ma quelle che si scavano una piccola strada per accendere una luce, quando fuori e anche dentro magari è buio. Mentre passeggio, mi viene in aiuto un articolo sul senso del lavoro ai nostri giorni letto qualche giorno prima, parole altrui che mi pongono una domanda: cos’è il mio lavoro? La risposta non è quella che do quando incontro un vecchio amico o quella che cerco di dare ai mie genitori che non sono mai andati su internet. Cosa faccio allora? O forse è meglio dire, per chi lo faccio? Perché in fondo, quando lavoriamo lo facciamo per altri. Mi sono inventato una definizione: soul blogger, blogger dell’animo, perché scrivo su dei blog ma cerco di farlo con una qualità, che come una pianta delicata coltivo dentro di me, la consapevolezza; perché nei viaggi il paesaggio diventa uno specchio dell’animo.
Essere a servizio di qualcosa e qualcuno, è quello il senso del lavoro, ecco la consapevolezza che mi colpisce oggi, mentre il sole di gennaio, di un cielo blu senza nubi illumina il mondo davanti a me. Che tu sia medico, insegnante, manager, politico o donna delle pulizie, stai cercando di cambiare la tua porzione di mondo per farla trovare più pulita, più giusta, più accogliente per una persona, come per un intero stato. Almeno, così dovrebbe essere.
Ed io? Io condivido quello che incontro, quello che spero possa far riflettere in modo positivo e non polemico, contenuti che contagiano come un’epidemia di ottimismo. Io scrivo perché qualcuno possa specchiarsi ed entrare in risonanza con parole che in fondo sono immagini, evocazioni, melodie che spero possano strappare al grigio del quotidiano un sussulto di bellezza.
Oggi mi concedo ancora un po’ di sole, lascio parlare quello che ho scritto nel mio piccolo ebook Turismo consapevole. Viaggiare nel cambiamento, sperando di aprire qualche porta, di far entrare un po’ di luce, avendo svolto anche oggi il mio piccolo servizio.
Il blogger dell’animo, il soul blogger, racconta di se stesso per indicare nuove strade. Con umiltà riconosce di essere un portavoce di un nuovo mondo. E’ un catalizzatore di cambiamento.
Il blogger racconterà il mondo che vede attraverso i propri occhi e la propria sensibilità, allenata viaggiando per mare e per terra, ma sopratutto dentro di sé.
Il blogger sarà un ricercatore che raccoglie storie ma anche visioni e le diffonde. Un ponte tra cielo e terra.
Il blogger consapevole non sarà un professionista isolato, non temerà la competizione, perché sa che è la collaborazione a creare opportunità.
Una campagna che rifiorisce, il sogno di una famiglia o un gruppo di amici, che restaura vecchie dimore e le apre ai viaggiatori aperti a nuove esperienze. Il blogger racconta le aspirazioni, le difficoltà, i successi, per indicare una possibile via.
Un palazzo antico di una città d’arte e di storia, dove non si pensa a riempire le stanze ma a far arrivare viaggiatori che vogliono riempire i loro polmoni, respirando racconti e simboli. Il blogger respirerà affianco a loro nelle antiche stanze, condividendo un viaggio speciale.
Un sentiero di montagna dove rincontrare la Natura, riconoscere le piante e gli animali, dove restare in silenzio, attenti ai propri passi. Il blogger camminerà e darà la propria voce, per descrivere un incanto senza parole.
Un paese lontano, oltre le palme e le barriere coralline, oltre i vecchi resort, antiche esperienze di cura che danno valore agli abitanti e ai viaggiatori. Il blogger racconterà a chi resta a casa, che il mondo è una rete di persone in un cammino comune.
I racconti non servono solo ad intrattenere, servono a dipingere mondi che prima non c’erano o non erano visibili. Il blogger è un cantastorie, che evoca magie.
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