Natale è vicino e vorrei farti un piccolo regalo, è una cosa a cui tengo molto, un punto di arrivo dopo un lungo percorso. Mi sono interrogato su quello che mi piace dei viaggi e su quello che sento potrebbero diventare. Ho chiamato questo nuovo tipo di turismo, “turismo consapevole“, perché ci richiede di essere consapevoli di dove vogliamo veramente andare, dei luoghi che visitiamo ma sopratutto di noi stessi.
Un punto di arrivo che vuole essere un inizio, come professionista della scrittura e del viaggio, ma in modo speciale per tutti coloro che stanno cercando se stessi nelle vie del mondo.
Viaggiare è un verbo che tende all’infinito, implica confini e orizzonti da superare, che forse non verranno mai raggiunti ma a cui bisogna tendere in un movimento che è quello della vita stessa. Per questo partiamo accettando la scomodità e a volte anche la paura di lasciare ciò che conosciamo, per imbarcarci in qualche piccola o grande avventura, per una sete che non sembra mai placarsi ma di cui abbiamo bisogno, perché se abbiamo sete vorrà dire che da qualche parte esisterà l’acqua.
Questa è una riflessione che nasce dalla mia voglia di andare lontano, di trovarmi in luoghi che non conosco, prende spunto da quello che chiamiamo turismo ma lo vuole trascendere, perché, come ogni altra cosa, anche questo settore sta seguendo i cambiamenti in atto…
Da viaggiatore occasionale e spesso distratto sono diventato un professionista che viaggia e che per lavoro racconta di viaggi. Inevitabilmente mi sono confrontato con una delle più grandi industrie del pianeta, il turismo e ho cercato la mia strada per non essere fagocitato dal racconto vorace che vede un luogo e poi un altro senza coglierne l’anima ma solo dei fugaci scorci da condividere sui social network.
Esiste l’ecoturismo, il turismo responsabile, quello religioso e quello sportivo, d’avventura o di lusso ed esiste un modo di viaggiare che trascende tutti questi e che forse non ha mai avuto un nome preciso, anche se viene praticato da sempre, quello consapevole. E’ il viaggio di chi cerca nella strada un cambiamento di sé, attraverso un incontro, un’esperienza o una parola.
Il turismo consapevole è qualcosa che deve ancora essere codificato ma che accoglie il bisogno di cambiamento che esprimono sempre più individui, incapaci di trovare la loro via in una vecchia cultura che parla solo alle nostre ferite, per spingerci a correre, a fare e ad avere di più, dimenticando che prima di tutto bisogna essere.
Sono riflessioni, arricchite di suggestioni e visioni, condensate in un libretto facile da leggere, una guida per un turismo nuovo. Ti chiedo solo una piccolo favore, perché in fondo un regalo è sempre uno scambio di affetti e di gratitudine: puoi scaricare liberamente questa guida, in cambio di una condivisione su Facebook o su Twitter.
Ti ringrazio molto e ti auguro buone feste!
[…] L’anno scorso ho pubblicato una piccola guida, un momento di riflessione su quello che vorrei divenissero i cammini che voglio percorrere, viaggi che riempiono l’animo più che l’ego, cambiamenti di orizzonti personali più che di paesaggi. Il turismo che ho immaginato è un viaggio come cura di stessi. Ho pensato di chiamare questa attitudine turismo consapevole. […]