Poco prima della pandemia ho scoperto un luogo speciale a pochi chilometri da Pordenone, un piccolo borgo dove basta entrare attraverso i suoi alti archi a sesto acuto per sentirsi fuori dal tempo e dal mondo. Il borgo medievale di Cordovado è un momento di pace e di bellezza, un angolo di Friuli con una lunghissima storia, ma soprattutto un luogo dove poter abbandonare la negatività e aprirsi alla vita, come fiori di rosa che sbocciano nella piena primavera.
Borgo e castello di Cordovado, un luogo di cura
Attorno a noi è pieno di luoghi di cura, spazi dove la sinergia tra uomo e Natura può portare pace e chiarezza nei nostri animi afflitti. Sono luoghi che vanno oltre il valore storiografico o estetico, sono pregni di quella bellezza impalpabile, come un profumo, oggi più che mai necessaria. È proprio visitando il castello di Cordovado che mi è venuta in mente questa espressione, “luogo di cura”, nulla a che vedere con ospedali o centri benessere, ma ambienti dove la cura e l’intento dell’uomo crea isole felici, in cui staccare dalla frenesia, dal terrorismo mediatico, dalle ansie del quotidiano, per respirare a pieni polmoni, per rigenerarsi nella bellezza.
Cordovado è uno dei tanti borghi che hanno prosperato nel Medioevo, posti in luoghi strategici, di passaggio di merci e persone, dove nel tempo il castello si è trasformato perdendo le forme austere dei manieri dedicati al controllo e alla difesa del territorio, per diventare una villa nobiliare, in cui la guerra ha lasciato spazio all’arte, alla filosofia e l’alchimia.
La prima volta qui, dopo tanto tempo che ne sentivo parlare, fu poco prima dello scoppio della pandemia nel febbraio del 2020, per un aperitivo nel bar “Se son rose”, dove accanto alla mescita c’è un emporio di prodotti cosmetici realizzati con le rose. Cordovado era uno dei tanti luoghi del Friuli di cui sentivo parlare, ma che essendo così vicino a casa, finivo per rimandarne sempre la visita. Da allora cominciò una sorta di affetto che mi porta qui sempre con piacere. Perché basta varcare le vecchie porte, sedersi ad un tavolino e sorseggiare la calma che induce il borgo, mentre di fronte si staglia il parco del castello, aperto in occasione di eventi culturali e legati alla natura.
Il castello di Cordovado e il suo labirinto di rose
Un castello è un luogo “privilegiato”, che si mostra e allo stesso tempo si nasconde, che irradia la sua presenza ma non fa accedere chiunque. Bisogna entrarvi con rispetto, senza spirito di “conquista”, da turista che cerca chiasso e confusione. È necessario avere il giusto spirito, silenzioso e aperto ai dettagli, capace di fermarsi a contemplare un vecchio muro, una finestra socchiusa, una corte dove regna l’ozio, che non è pigrizia ma necessità di rallentare, per poter accogliere la bellezza, fuori e dentro di noi.
Si apre così un piccolo mondo, antico e potente, una villa centrale che regna su altre strutture, stalle e case, con un vasto parco dove camminare sfiorando piante e vecchie storie.
Non ci si può perdere qui, ma solo ritrovarsi, come nei veri labirinti. Perché sì, i labirinti erano progettati come un viaggio dentro di sé, spazi sacri da percorrere in meditazione e preghiera, non certo per smarrire la via. Labirinti di questo tipo sono numerosi nel mondo, spesso nascosti, celebre quello della cattedrale di Chartres in Francia. Non serve però andare così lontano, basta un piccolo borgo medievale del Friuli, regione di per sé nascosta e quasi remota. Basta un castello diventato villa, che per passione degli attuali proprietari, ospita un labirinto di rose damascate, una tra le varietà più profumate, utilizzata nei profumi e negli oli essenziali.
In quest’ora della sera
da questo punto del mondo.Ringraziare desidero il divino
per la diversità delle creature
che compongono questo singolare universo,
per la ragione,
che non cesserà di sognare
un qualche disegno del labirinto
e l’uccello leggero che vola oltre, più in alto, più su.Ringraziare desidero per l’amore,
che ci fa vedere gli altri come li vede la divinità,
per il pane e il sale,
per il mistero della rosa
che prodiga colore e non lo vede (…)Mariangela Gualtieri, Ringraziare desidero
È una poesia che accoglie l’entrata nel labirinto, poche parole, capaci di esprimere molto. Passo dopo passo le parole perdono le lettere, si spogliano dei pensieri e rimane l’essenziale, un profumo che avvolge, calma e acquieta. L’essenza della rosa damascena si espande nell’aria, e allora è meglio tacere, smettere di fare foto, di chiacchierare del più e del meno, stare in silenzio e ad occhi chiusi. Qui non ti puoi perdere, solo ritrovare, il battito del cuore, il ritmo del respiro e della natura che sa benissimo cosa fare. Questo è stato l’intento di chi ha voluto questo spazio nel 2015, creare un sole: quello in cielo è capace di ricaricarci, così il labirinto del castello di Cordovado ci nutre, trasformandoci in piccoli soli che possono illuminare il mondo là fuori.
Si vorrebbe stare qui ore, mentre il senso del tempo sfuma e il vento agita le foglie degli alberi, spargendo ancora più profumo, quest’essenza calmante, che eleva la mente e apre il cuore. A fatica ci si alza da una panchina e si ripercorre il labirinto per tornare nel parco del castello, per visitare ciò che rimane.
Passo accanto alla villa, ne ammiro l’imponenza e l’eleganza, sosto all’ombra degli alberi piantati nell’800 e mi concedo ancora un po’ di quiete nella piccola chiesa accanto ad una delle porte d’ingresso del borgo, dove un dipinto ad olio raffigura un San Michele che regge la tradizionale bilancia delle anime. Una porta aperta si apre sul parco e sulle mura del castello, mentre il silenzio continua ad accompagnare gli ultimi passi.
Esco, diverso da come sono entrato, consapevole che l’armonia del castello, del parco e il profumo delle rose sono penetrato attraverso la pelle, il naso e gli occhi, donando quiete e quella consapevolezza che spesso si dimentica: nel mondo c’è molta bellezza, basta allungare lo sguardo per coglierla e guarire, liberandoci della negatività che sembra assalirci da ogni lato. Ecco perché serve un castello o un labirinto, luoghi fortificati, dove proteggersi e allo stesso tempo ripartire alla conquista della pace.
Visitare il castello e il labirinto di rose
Il borgo è sempre aperto, mentre il castello accoglie visitatori durante eventi particolari o su prenotazione. Il labirinto di rose offre il suo profumo in un periodo limitato dell’anno, quando fioriscono queste piante. Cerca perciò di ritagliarti un pomeriggio della piena primavera, a maggio. Ne varrà la pena.
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