Nel mondo che corre sempre più veloce, che s’infiamma di caldo, di pensieri e di emozioni che ci allontano dagli altri, dalla natura e da noi stessi, c’è un semplice rimedio, rallentare, andare a passo lento, di nuovo a contatto con la magia naturale della bellezza che ci circonda. Un trekking con gli asini è l’opportunità che possiamo concederci per ritornare a ritmi più umani, grazie alla saggezza animale dei nostri amici a quattro zampe.
In questo diario di viaggio voglio raccontarti di un’esperienza che ho fatto in compagnia di altre persone, da diverse parti d’Italia e non solo, una domenica di giugno, durante il Ciucoraduno, la più grande festa dedicata agli asini e ai loro custodi che si tiene in Friuli Venezia Giulia da diversi anni.
Trekking con gli asini, lungo il Cammino di San Cristoforo
C’è un luogo lungo come una strada che scivola sinuosa tra la pianura e le prime pendenze delle Prealpi Carniche, confine tra due mondi, quello della produttività umana e quello della natura. La Pedemontana del Friuli occidentale è uno spazio di quiete e silenzio, che pochi conoscono, ma che ha molto da offrire a tanti, a tutti noi, in cerca di una dimensione più autentica.
Tra le strade di campagna, nei boschi che riempiono la vista, nel folto dei colli e dei primi monti, si snoda un percorso, creato da pochi anni, seguendo la felice moda dell’andare lento, con la velocità dei propri piedi, il Cammino di San Cristoforo.
Il nostro trekking con gli asini si è incamminato lungo un pezzo di questo tragitto che attraversa il Veneto e il Friuli, toccando decine di antichi luoghi di culto e ambienti naturali, che riposano ai margini del turismo di massa. Noi siamo partiti nel silenzio di una domenica mattina, dopo una breve sosta in una fattoria didattica e sociale, corroborati da uno spuntino con prodotti naturali.
Siamo ben presto sfuggiti al caldo che infiammava la pianura, per cercare rifugio nel fitto dei boschi che spuntano abbondanti e improvvisi appena giri l’angolo. Nelle nostre traiettorie, spesso frenetiche, in macchina, raramente ci accorgiamo di quante porte si aprano fuori dalle nostre città surriscaldate e viziate. Basta un attimo e un sentiero di ghiaia che all’occhio del progresso pare il resto abbandonato di un mondo vecchio, si fa sentiero e cammino, per noi viandanti accompagnati dalla quieta tenacia degli asini.
È stato come scomparire, come entrare in un’altra dimensione, dove il calore già estivo si attenuava, dove l’ombra degli alberi e delle arbusti ci accoglieva, per lasciarci camminare, ognuno seguendo il proprio passo, chi in contemplazione delle macchie di luce tra le piante, chi chiacchierando in libertà.
Il tempo delle lancette che ormai sono numeri su un display si è fatto superfluo, continuando a salire, senza alcuna fretta. Di colpo è apparsa una radura, dove svettava un campanile su di una vecchia chiesa, una sosta che si è fatta balcone, da cui ammirare il borgo con le tipiche case di sassi appena sotto di noi e più in là la pianura, che forse nei giorni tersi, puliti dai temporali o dal vento freddo dell’inverno, arriva a toccare i riflessi di sole nel mare o nella laguna di Venezia.
Dopo le chiacchiere e le storie, di asini e di umani, di persone che scelgono altri ritmi e altre prospettive, abbiamo lasciato la chiesa di Santa Lucia di Budoia, citata come antico luogo di culto in un bel libro sul Friuli poco conosciuto. Siamo tornati nel bosco, ancora più fitto e selvatico, terra ombrosa di cervi e caprioli, ma anche di piccoli anfibi come l’ululone (Bombina variegata) che vivono in piccole pozze affianco dei nostri passi attenti.
Salendo e scendendo, vicino ai sentieri tracciati dai cervi nel bosco, siamo arrivati ad un’altra radura, spazio di attesa, dove far riposare gli asini e gli umani, dove ascoltare storie di altri cammini, momenti in cui pendersi tutto il tempo necessario per fermarsi, per fermare i pensieri del giorno e aprirsi al momento presente, quello in cui tutto tace e si può sentire il profumo della propria libertà.
Questi trekking con gli asini ci mostrano proprio quella via, accessibile e semplice, in cui ci possiamo liberare del superfluo e incamminarci, godendo dell’infinita bellezza che ci circonda: boschi, torrenti, tracce di animali selvatici, attenzioni ai loro cugini addomesticati ma pur sempre dotati di quell’intelligenza organica, che si affida al sentiero e prosegue, senza inutili paure, con la gioia dei bambini, aperti a tutto e a tutti.
Persino il piccolo borgo medievale di Polcenigo, con le sue macchine e i suoi bar, appare diverso, dopo. Esseri umani e animali ritornano padroni delle strade, dello spazio e del tempo, che spesso ci fanno loro schiavi. Nell’allegria di un cammino condiviso proseguiamo scherzando e osservando, le rogge del Livenza, i balconi fioriti o antiche colonne, per poi tornare nel bosco, l’ultima fatica, prima di arrivare laddove siamo partiti, nel Parco Rurale di San Floriano.
Lì ci accoglie la natura più mansueta, addomesticata e curata dall’uomo, la festa del Ciucoraduno che prosegue fino al tardo pomeriggio, una bibita fresca e la soddisfazione di aver concluso quello che si è iniziato, con le proprie gambe.
Guardandosi indietro rimangono tracce di asino e di donne, di uomini e bambini, di chiacchiere diverse, l’ecologia delle relazioni, la sostenibile leggerezza dell’essere, che ci invita a cercare la semplicità, perché in essa si racchiude il tesoro che tanto ci affanniamo a cercare nel mondo. Qui, dietro casa, tutto appare possibile, un passo dietro l’altro, uno zoccolo dieto l’altro.
Altri trekking, altri cammini
Questo racconto non si conclude qui ma prosegue nella Pedemontana del Friuli, nei boschi del Consiglio e in altri luoghi che ci attendono, lungo tutto l’anno. Se vuoi rimanere aggiornato, segui la Compagnia degli Asinelli e i loro trekking con asini, per una possibilità di scoprire e riscoprire la vita a passo lento.
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