Non siate piccoli nell’immenso
Dominique Douady
Che tu produca gas dagli scarti agricoli, che tu voglia coltivare canapa come si faceva un tempo, che tu voglia educare con arguzia e divertimento, che tu voglia curare prendendoti cura degli altri e non solo inebriando di farmaci, serve una piccola rivoluzione. Un vero Ecofuturo nasce qui ed ora, quando scopri che tu puoi fare la differenza, che il poco che credi di sapere ed essere, può aiutarti a vivere meglio ma soprattutto a far vivere meglio anche gli altri.
“Se vuoi curare la tua anima, prenditi cura della città”
Andrea Colamedici, citando James Hilmann
Potrei andare avanti unendo parole e punti solo citando gli interventi sugli argomenti più disparati che ho ascoltato in due giorni, in un lungargine di Padova durante Ecofuturo. Gli slogan sono tremendi quando nascondono menzogne ma quando condensano saperi ed esperienza di vita tracciano dei sentieri, sono delle stelline nella nostra mappa personale, incerta, senza navigatori digitali, capace prima o poi, di portarci dove veramente vogliamo andare, non laddove qualcuno vorrebbe che noi andassimo.
Perché compro questo, perché dico quella tal cosa, perché voglio andare proprio in quel paese? Consumo ergo sum, oppure c’è spazio per qualcos’altro, un tramonto estivo che lascia apparire una luna, mentre si sfiorano storie di persone che stanno veramente cambiando il mondo, ora, non tra dieci anni, cento bandi europei o mille leggi.
In due giorni ad Ecofuturo ho ascoltato centinaia di storie. Anche se tu avessi tempo e pazienza mi accorgo che non avrebbe senso buttarle alla rinfusa come merce scadente in un negozio senz’anima. Del resto io mica scrivo per dirti quello che c’era ma per instillare dentro di te una voglia di incredibile.
Davvero? Ma dai?!? Abbiamo bisogno, tutti, di stupore.
Da anni racconto luoghi che non hanno spiagge bianche e palme da cocco, borghi mezzi abbandondati senza wine bar, sentieri scoscesi e faticosi, eppure qualcuno mi legge. Perché? Non sono bravo, mi sono solo ricordato di stupirmi ogni tanto, della bellezza profonda e semplice che governa molte cose: una montagna fuori dal turismo di massa, un maestro di Qi Gong che emana passione per un compito duro e pesante, aiutare gli altri a prendersi cura di se stessi, una cooperativa che veramente coopera e vuole creare un accesso sostenibile all’energia rinnovabile, davvero.
Alfredo Albiani, l’Ecosalute
Alcune chiacchierate potrebbero durare ore e non te ne accorgeresti, perché non stai aspettando il tuo turno per dire qualcosa ma stai ascoltando saggezza ed esperienza. In un’epoca improvvisata molti sanno tante cose, pochi le hanno vissute e le insegnano.
Alfredo Albiani è il responsabile della sezione sulla salute ad Ecofuturo. Dagli anni ‘70 studia e pratica quelle che lui chiama discipline bionaturali, legate alla fisoterapia, alla meditazione, alla tradizione antichissima della medicina cinese. Queste le etichette da incollare, il resto sono battaglie civili, tantissima pratica personale, insegnamento e studio per dimostarre che la salute personale è una questione collettiva.
Ognuno, anche io stesso, ha le proprie credenze su cosa fa bene e su cosa no, diete, farmaci, pratiche e terapie. Le credenze generano a volte aspre prese di posizione, come schieramenti ideologici o calcistici, “contro” o a “favore”. Alfredo ha le sue opinioni ma soprattutto collabora a progetti di ricerca con università italiane ed ospedali in cui il ricorso alle medicine cosiddette complementari porta a risparmi di denaro ingenti e soprattutto ad un aumento della qualità della vita dei pazienti in cura.
Se una pratica meditativa guidata per quattro giorni provoca l’effetto benefico di riequilibrare il sistema del cortisolo, l’ormone legato allo stress, frutto abbondante delle nostre vite frenetiche. Se questo avviene semplicemente respirando e concentrandosi, senza assumere farmaci di sintesi che richiedono minerali, petrolio, ricerche, test e tantissimi soldi per il sistema sanitario nazionale, questo basta ed avanza. Il resto sono discussioni da bar o da social mal utilizzati. I fatti, la vera sostenibilità psicofisica, sociale ed ambientale misurabile sono il punto di partenza e di arrivo.
ÈNostra, l’Ecofuturo è energia condivisa
Sara Capuzzo è una che ci crede. Quanti di noi credono ed agiscono sul serio per qualcosa, quanti invece si lasciano trascinare, sballottare, scuotere dai venti della vita?
Quando incontro una persona che con sacrificio mette insieme valori, passioni e competenze rimango affascinato come davanti ad un albero, una montagna o un fiore. Vedo e sento completezza, forza e coraggio, non solo coerenza. La coerenza è importante ma non può limitarci, perché se fumo non posso essere ecologista, se ho quel tale vestito sto contribuendo allo sfruttamento di quei bambini, se prendo la macchina alimento le industrie petrolifere. Basta, fermiamoci un attimo, invece dei comportamenti, giusti o sbagliati, chediamoci cosa stiamo facendo per il mondo, non solo cosa stiamo evitando di fare per non sentirci in colpa.
ÈNostra è una cooperativa, che lavora nel mercato dell’energie rinnovabili, con l’obiettivo di mettere in circolo elettricità rinnovabile, sostenibile ed etica, favorendo la consapevolezza e la partecipazione dei soci, motivo per cui erano nate le cooperative nell’800.
È un progetto che avevo seguito al suo nascere nel 2014 e vederlo vivo e vegeto, con buone prospettive di crescita mi fa molto piacere. Le piccole utopie del quotidiano che si alimentano di trasparenza, fiducia tra organizzazioni e singoli, di sinergie con altre realtà internazionali sono possibili, non sono miti che ci servono per addormentarci un po’ di più.
Un’energia rinnovabile controllata e gestita da comuni cittadini, associazioni e imprese con vocazione sociale è una realtà già in molti paesi, come la Spagna e la Germania, una prospettiva concreta per il futuro di sempre più cittadini europei, la maggioranza prevista entro il 2050.
Sai qual’è il bello? Forse queste aziende, queste persone non diventeranno ricche sfondate ma stanno trasmettendo una passione che è la vera energia rinnovabile di cui abbiamo bisogno per uscire da un presente a volte torvo, da un Egofuturo di cui ci stiamo abbuffando, un mondo dove esisto – sopravvivo casomai – solo io, stella attorno a cui ruota tutto.
Non servono solo nuove ecotecnologie, bisogna recuperare umanità e scoprire che il mondo va male perché non lo stiamo più vivendo, è solo un negozio dove afferriamo quello che crediamo ci serva, sperando di non pagare il conto.
Ecofuturo è isola in un mare dove nessun essere umano è un’isola, baia da cui ripartire carichi di sogni ma anche di corde per afferrarci e stringerci bene l’un l’altro, vele per sfruttare il vento corretto, legno per riparare gli errori di rotta e anche i naufragi, ancore per arrivare in nuovi porti.
Sono solo parole le mie. Tu puoi scegliere, di venire qui, a questa o ad una prossima edizione, di unirti ad un viaggio collettivo, non più solo individuale.
[…] caso grazie a dei filosofi e narratori d’eccezione, Andrea Colamedici e Maura Gangitano, ad Ecofuturo, parla di ordine immaginato, un costrutto artificiale con cui gli esseri umani sono stati in grado […]