Il Ciucoraduno ha raggiunto la sua quarta edizione e un po’ come tutte le ricorrenze che si ripetono potrebbe arrivare anche a stufare, a ripetersi, a non significare nulla di nuovo. Forse siamo troppo tesi a cercare novità, stimoli continui, rumori e luci che abbagliano per un istante. Allora, il Ciucoraduno è qui per indicare un’altra via, quella della lentezza, della semplicità dei gesti ma non delle intenzioni, quella della condivisione e dell’apertura, verso gli altri e verso se stessi.
Ormai diventato un evento di grande successo in rete ma non solo, a dimostrazione che quando ci sono valori positivi e comunità reali, anche gli algoritmi dei social (quelli che deciderebbero cosa farci vedere) si piegano al desiderio delle persone di stare bene. Come mi disse una volta un’amica, “non servono grandi cose, basta poco, la gente non sta bene, ha bisogno di benessere”. Il Ciucoraduno non è niente di più semplice: un raduno di asini e asinari dal nordest e non solo, tra la bellezza dei luoghi dietro casa spesso sconosciuti.
Ciucoraduno, non solo asini
Anch’io che conosco la Compagnia degli Asinelli, associazione promotrice dell’evento, tendo un po’ a vederlo come un incontro di asini e persone che in vario modo se ne prendono cura. Il Ciucoraduno non si fa racchiudere in facili etichette, perché è stato pensato apposta per avvicinare chiunque a questo curioso animale, perché chi lo anima non centra nulla con l’immagine dispregiativa che abbiamo noi cittadini del “contadino”, stereotipo conservatore, burbero e magari ignorante.
Qui ci sono appassionati, anzi amanti dell’asino, che hanno scelto il famoso ritorno alla terra seguendo una forma di progresso, per cui a volte si va più avanti tornando indietro. A passi misurati e studiati certo, usando le tecnologie come fa la Compagnia degli Asinelli che sa impiegare i social per raccontarsi, ma ricordando a tutti che a volte i veri tesori sono nei prati, nei boschi e negli animali che accompagnano la nostra storia da millenni.
Ciucoraduno, per ridare valore al territorio
Magari gli asini ti stanno poco simpatici, perché ragliano e puzzano (un po’ come tutti agli animali, compresi noi a dire il vero, anche per quanto riguarda il raglio), però ti piace camminare e avere la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo. La Compagnia degli Asinelli ed i loro amici hanno un vero talento nel riconoscere il valore di luoghi che sono sempre lì ma di cui quasi tutti sono ignari.
La prima edizione del Ciucoraduno è stata in Val Tramontina, in un campeggio che ancora molti abitanti della vicina pianura ignorano totalmente, pur essendo uno dei pochi campeggi delle alpi e delle Prealpi del nordest in cui sei accanto ad un fiume, in mezzo alla natura selvaggia.
Nel 2017 e nel 2018 l’evento è stato ospitato dal Parco Rurale di San Floriano, nella pedemontana del pordenonese, quella distesa di colli e piccoli borghi di cui ho parlato più volte. Questa è un’oasi di tranquillità ma anche di biodiversità a pochi chilometri dall’uscita dell’autostrada e da Pordenone, uno spazio che molti cittadini usano per staccare e rigenerarsi.
Qualche passo più in là dei sentieri battuti appare, come spesso succede, un mondo di paesaggi e di storie. Con gli asini e i nostri passi curiosi siamo infatti andati alla scoperta di trincee della Prima Guerra Mondiale, di cui ignoravo l’esistenza, delle marcite create nel Medioevo dai monaci benedettini per avere più sfalci d’erba, sfruttando la temperatura delle abbondanti acque della zona più alta rispetto a quella dell’aria, del torrente Gorgazzo che si fa Livenza, del vecchio borgo di Polcenigo, confine del Friuli con i domini della Serenissima molti secoli fa.
Nel raggio di pochi chilometri, senza fatica anche per bambini ed adulti meno allenati, siamo riusciti a scorgere montagne, fiumi e storie che vanno dall’antichità ai tempi moderni, bellezze spesso nascoste e poco valorizzate, quindi poco frequentate. Per rendersi conto di quello che abbiamo, di cui potremmo essere custodi, serve rallentare, gli asini ci insegnano a non correre e prenderci il nostro tempo, a rendere straordinario quello che è normale.
Ciucoraduno, incontri e positività
Oltre i “piccoli luoghi” dietro casa, intrecci di sentieri ai piedi dei monti, casa per piccoli borghi discreti ma capaci di raccontare, il Ciucoraduno è la compagnia di persone allegre, che fanno scelte coraggiose, che ti ascoltano anche se non sei del “loro giro”.
In un mondo dove ognuno si ritaglia il proprio pezzo di prigione in cui frequentare sempre le stesse persone o nascondersi dietro gli schermi della tv e dei telefoni, stare all’aria aperta ed incontrare individui che fanno del loro meglio nonostante tutto, è un viaggio umano che non ha prezzo.
Il momento più gioioso è stato quando domenica pomeriggio bambini ma anche tanti adulti si divertivano a lanciarsi su sacchi di plastica clorata portati dall’associazione Molino Rosenkranz. Il poco dell’erba su di un prato appena sotto le montagne, di un pomeriggio d’inizio estate, dei colori vibranti, ha riempito le persone presenti, testimonianza ulteriore di quello che spesso scrivo, che quando c’è apertura, c’è la giusta atmosfera e le buone intenzioni, non serve molto.
Il Ciucoraduno è festa allo stato puro, non per stordirsi di sensazioni ma per alleggerirsi, per lasciarsi andare nella natura vicina degli animali e di luoghi che meritano una visita, per abbracciare l’estate e un po’ più gli altri, per giocare perdendo i confini così sicuri e tristi delle nostre vite adulte. Bambini ed asini, asinari ed artisti un po’ matti, ci indicano una via da percorrere in modo lento ma costante.
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