Quando si avvicina la sera si sente scendere dai monti una brezza che ai più appare solo come un soffio di vento, mentre per i bambini, i folli, i santi e i poeti, è una voce morbida come la seta e perentoria come le nude rocce vicine. Non proferisce parole ma nel silenzio invita ad ascoltare una storia che accomuna tutti, gli alberi le cui foglie agita, le nuvole che si colorano al tramonto, gli animali cui accarezza il pelo, gli amanti cui sfiora le guance arrossate e gli antenati che se ne stanno da qualche parte, nelle memorie di tutti. La tua fiaba, viaggio interiore verso la pace sarà anche questo vento e questa storia.
La tua fiaba, c’era una volta…
Una sera di qualche anno fa, che poteva essere ieri come l’altro ieri, incontrai un cantastorie. Era una persona che ispirava subito fiducia, che usava le storie sentite nell’infanzia in modo strano. Queste storie non servivano infatti per addormentare i bambini ma bensì per svegliare gli adulti.
Claudio Tomaello credeva e crede tutt’ora che dietro le parole delle più comuni fiabe ci sia un mondo, che non ci racconta soltanto delle belle storie ma che è capace di aprirsi sul nostro mondo interiore, quello che spesso celiamo nascosto, come certi forzieri delle fiabe, in fondo al mare o ben protetto da un temibile drago. Forse, dentro quel forziere non ci sono solo tremendi demoni da combattere e reprimere. Forse, dentro di noi, ci sono tesori che attendono di brillare e di far risplendere la loro luce nel mondo.
Certi incontri non sono mai frutto del caso, le strade di certi viandanti si incrociano più volte, perché sembra che i tesori che stiamo cercando siano sì personali, intimi, ma quando li si trova, nasce la voglia di condividerli, altrimenti, racconta una vecchia storia, non servono a nulla. Non sono pentole piene di monete d’oro che si trafugano ai folletti la notte per metterle poi al sicuro in banca, sono più un cibo che non si esaurisce mai davvero e che più lo si utilizza più s’accresce. Una storia ben strana davvero, per un mondo come il nostro, dove si coltiva il sacrosanto dovere alla penuria e all’avidità…ma questa è un’altra storia.
La tua fiaba, un porto di terra…
Io e Claudio ci incrociammo altre volte. Entrambi stavamo cercando infatti di dare voce a quei piccoli grandi luoghi che nonostante l’infuriare delle tempeste del nostro bizzarro mondo, si sforzano di accendere ogni giorno il loro faro, per guidare i naviganti verso un porto di terra, uno spazio dell’animo dove far prosperare nuove domande e antiche risposte.
Ricordo una bella giornata primaverile nel centro storico di Vittorio Veneto, uno dei tanti tesori architettonici che se ne stanno ai margini delle nostre vite sempre di corsa. In un terrazzo io, Claudio ed un suo amico, parlammo del più e del meno, anche se credo fosse quasi sempre del più, di quello che si può scoprire, fare e raccontare per creare una storia diversa, che guidi altri viandanti e li porti a vedere, nelle nebbie di ogni giorno, i bagliori di un mondo possibile, che non è una favola, ma una bella sfida.
Poco tempo dopo vidi questo porto di terra, proprio al riparo, in una stanza accanto ad un vecchio castello, mentre fuori infuriava il temporale di un’estate un po’ pazza. Tra gli strepiti dei tuoni e le urla del vento, tra racconti inediti e antichi, capii che un giorno ci saremmo incontrati di nuovo, per fare un pezzo di strada assieme.
La tua fiaba, un viaggio…
Quando mi sono imbarcato sulla nave di Destinazione Umana sapevo che il mio viaggio non era una traversata del mondo in solitaria. Volevo fare una sorta di spedizione, per scoprire nuovi sentieri. Per trovarli, avrei avuto bisogno di chi li conosceva, di chi li aveva almeno intravisti.
Ecco che Claudio Tomaello ritornava a comparire nell’atlante fantastico che stavo piano piano componendo, tra appunti e sogni sparsi. Ho lanciato allora una bottiglia con un messaggio virtuale nel mare quasi infinito del web e lui ha risposto.
La tua fiaba è un piccolo porto di terra, le cui coordinata sono state quasi tutte tracciate da Claudio. Lui ha trovato Agriga, il bellissimo agriturismo biologico che ci ospiterà ad inizio luglio, non solo una struttura “bio” ma il concretizzarsi di un sogno personale, una storia di cambiamento, una vera e propria destinazione umana. Lui ha raccolto le sue mappe, la sua bussola ed il suo astrolabio per dare un orizzonte a questo primo viaggio ispirazionale in Veneto.
Questa piccola storia non vuole terminare qui, perché il percorso è ancora lungo e se abbiamo tracciato una strada da percorre assieme, io, Claudio Tomaello e Sara Cunial che ha creato Agrigra, attendiamo fiduciosi gli altri viandanti senza cui sarebbe difficile intraprendere questo viaggio. Anch’io sono molto curioso ed emozionato, come prima di ogni partenza.
Il Monte Grappa, non lontano da dove abito, è sempre stato per me un nome che sapeva di guerra, quella Grande, che imperversava 100 anni fa. Questo viaggio ispirazionale sarà invece la possibilità di raccontare una storia migliore, una possibilità di rinascita, per tutti noi e per quei luoghi.
Ciò che l’essere umano distrugge, l’essere umano può ricostruire, è il finale provvisorio che voglio lasciare su questo diario di bordo.
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