Oggi sono ad una delle più importanti fiere del turismo in Italia, più precisamente, sto seguendo quello che accade nella sua parte dedicata ai blogger, il TBDI.
Parlare di turismo da qualche anno significa far scorre parole ed immagini su schermi grandi e piccoli, accedere ai social media e utilizzare applicazioni per telefoni e tablet. Per chi lavora nel mondo dei viaggi, come noi blogger, significa essere sempre (o quasi) connessi ad una rete internet, per promuovere aziende e territori o per promuoversi come professionisti.
Il web è l’ambiente in cui lavoro, uno spazio dove recupero e diffondo informazioni in linea con i miei valori, uno strumento che mi permette di conoscere persone speciali, di incontrare collaboratori, artisti, idee e sogni. Ogni tanto però, ho bisogno di staccare la spina e andare nella natura per ritrovare ispirazione, per dedicarmi a me stesso.
Oltre metà della popolazione mondiale vive in contesti urbani, sovraesposta a stimoli visivi, luminosi e sonori, sempre meno vicina ad alberi, rocce e corsi d’acqua. La natura diventa allora una necessità, per ritrovare qualcosa di indefinibile che si è perso.
Può esistere un turismo che intercetti questo bisogno? Io credo che il viaggiare del prossimo futuro debba proprio rispondere a chi vuole recuperare una dimensione di silenzio, pace ed armonia.
In un’intervista di più di un anno fa, Alessio Carciofi diceva che il vero lusso sarà proprio il silenzio. Serviranno destinazioni turistiche sempre più capaci di accogliere persone sensibili ad un significato della salute che va al di là dell’alimentazione, luoghi in grado di rigenerare corpo e anima.
Proprio in questi giorni ho letto il libro di Alessio sul digital detox, la cosiddetta disintossicazione dall’iper connessione alla rete informatica. E’ un testo pratico ed essenziale, che si rivolge a quanti perdono tempo prezioso dietro alle notifiche dei social media o alla lettura delle e-mail, a quanti sentono le proprie energie fisiche e mentali prosciugate dalla continua esposizione agli schermi dei propri telefoni “intelligenti”. E’ un piccolo saggio fatto di studi e ricerche, di dati e statistiche, che non è solo time management, ma parla al cuore delle persone, intossicate da troppo ansia da connessione, a tutti coloro che cercano nuove strade da percorrere, magari in mezzo agli alberi, in un parco o ancora meglio, in un bosco.
Quello che mi piace di questo libro è che si intreccia con i miei valori: l’ecologia intesa come rapporto di scambio benefico tra esseri umani e luoghi naturali; la salute come qualcosa che ha che fare con le nostre emozioni e i nostri pensieri; il viaggio come una sorta di pellegrinaggio postmoderno, dove le persone si postano soprattutto per ritrovarsi.
Per questo te ne ho voluto parlare, proprio oggi che sono ad una fiera del turismo, tra app, social media e strategie di marketing digitale. Negli interstizi di un mondo incantato, e incatenato, dalla tecnologie sbocciano nuovi fiori, si sprigionano essenze di destinazioni, di viaggi, fatti per staccare da quello che non serve, per cercare ciò di cui veramente abbiamo bisogno.
[…] Qui mi è facile smarrire l’ansia di fare mille cose allo stesso tempo, i pensieri che come nuvole in tempesta corrono veloci nella mia testa, i sensi del dovere ed il bisogno di stare sempre con il “telefono intelligente” in mano, in cerca dei luccichii delle notifiche, moderni miraggi della gratificazione, della necessità di stare con gli altri. Passeggiando in un piccolo borgo come Dardago, diretto nel verde, stacco tutto, per riconnettermi. […]
[…] prenditi il tuo tempo per staccare la spina, letteralmente, per dedicarti al tanto chiacchierato digital detox, che non significa mollare tutto e scomparire, ma ricordarti che sei tu a decidere, come e quando. […]
[…] potenti richiedono grandi responsabilità, consapevolezza dei fini e dei mezzi. Ho già parlato del digital detox e dei luoghi in cui andare per staccare, per ricaricarsi, per aprirsi ai sensi e agli altri. Il […]
[…] l’essenza, il ritorno a ritmi più lenti, a pensieri meno voraci. L’autunno è un po’ staccare la spina e quando il sole spunta, seguire la luce verso un bosco di campagna o tra i monti, in cerca di […]